Non è andato tutto bene. E continua a non andare nella direzione giusta. L’emergenza sanitaria prosegue e la crisi economica, dentro una crisi ecologica globale, rende più profonde le diseguaglianze sociali, culturali e di genere. Le politiche sinora adottate hanno approfondito la disgregazione delle relazioni sociali, hanno reso ancora più odiosa e crudele la gerarchia fra vite degne e vite da scarto, hanno costretto le persone a scegliere fra diritto al reddito e diritto alla salute, hanno discriminato tra chi ha accesso a cure e reddito e chi ne è escluso.

Il Movimento No TAV ha aderito al percorso di convergenza della Società della Cura

Lettera Aperta del Movimento No TAV al Governo Italiano e all’Unione europea

TOGLIERE LA TORINO-LIONE (E NON SOLO) DAL PIANO PER I FONDI UE

Dopo essere stati presenti il 21 novembre scorso in oltre 50 piazze del Paese, consegniamo in DONO a tutte le istituzioni locali e nazionali le proposte per uscire ora dall’emergenza, condivise da 350 realtà collettive e da oltre 1200 persone attive individualmente nel costruire le basi di una società della cura.

L’emergenza continua e getta nella povertà fasce sempre più estese di popolazione. Incuranti delle sofferenze provocate dalla diffusione della pandemia senza controllo, governo, regioni e lobby economiche stanno costruendo un piano di accesso ai fondi europei (Recovery Fund) che perpetua un modello insostenibile e non affronta organicamente la crisi sistemica sanitaria, economica, ambientale e climatica.

Non è andato tutto bene. E continua a non andare nella direzione giusta. L’emergenza sanitaria prosegue e la crisi economica, dentro una crisi ecologica globale, rende più profonde le diseguaglianze sociali, culturali e di genere. Le politiche sinora adottate hanno approfondito la disgregazione delle relazioni sociali, hanno reso ancora più odiosa e crudele la gerarchia fra vite degne e vite da scarto, hanno costretto le persone a scegliere fra diritto al reddito e diritto alla salute, hanno discriminato tra chi ha accesso a cure e reddito e chi ne è escluso.

L’emergenza continua e getta nella povertà fasce sempre più estese di popolazione. Incuranti delle sofferenze provocate dalla diffusione della pandemia senza controllo, governo, regioni e lobby economiche stanno costruendo un piano di accesso ai fondi europei (Recovery Fund) che perpetua un modello insostenibile e non affronta organicamente la crisi sistemica sanitaria, economica, ambientale e climatica.

Non è questa la strada da seguire. Niente può essere più come prima, per il semplice motivo che è stato proprio il prima a causare il disastro.

E’ ora di abbandonare l’idea che il benessere della società dipenda dal rilancio della crescita dentro l’attuale modello di economia, come se la pandemia fosse solo una parentesi, dopo la quale ripristinare vincoli di bilancio e politiche di austerità, e non un bivio storico che richiede un cambio radicale.

Occorre l’apertura di una grande discussione nel Paese, con la mobilitazione delle migliori energie sociali e la partecipazione di tutte le persone. Condizione di partenza è l’abrogazione immediata delle norme che ostacolano le attività di solidarietà, come quelle delle navi delle Ong che salvano vite nel Mediterraneo; che reprimono il dissenso, come nel caso delle manifestazioni contro il Tav in Val di Susa o che mirano a frantumare l’unità del Paese, come il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Bisogna uscire dall’economia del profitto e costruire un altro modello sociale, partendo dal paradigma del prendersi cura di sè, dell’altr*, del vivente, del pianeta e delle future generazioni, e assumendo compiutamente l’idea che nessun* si salva da sol* e nessun* può essere lasciat* indietro.

Ecco perché, dopo essere stati presenti il 21 novembre scorso in oltre 50 piazze del Paese, consegniamo in dono a tutte le istituzioni locali e nazionali le proposte per uscire ora dall’emergenza, condivise da 350 realtà collettive e da oltre 1200 persone attive individualmente nel costruire le basi di una società della cura.

Reddito per tutt* (15 miliardi)

Proponiamo l’estensione del reddito di cittadinanza eliminandone le condizionalità e allargandone la platea, nella direzione di un reddito universale, sia attraverso la riforma dell’Isee, sia togliendo gli ostacoli per l’accesso alle persone straniere. Risorse necessarie: 15 miliardi.

Aiuti per tutt* (15 miliardi)

Proponiamo:

a) utenze: il divieto assoluto dei distacchi delle utenze e l’abrogazione dell’art. 5 del c.d. “Decreto Lupi”; la moratoria di ogni aumento tariffario per il biennio 2021-2022; l’esonero dal pagamento per le persone in stato di difficoltà;

b) affitti: il blocco degli sfratti per tutto il 2021; la moratoria di ogni aumento del canone; politiche di riduzione concordata degli affitti per tutte le persone che sono in difficoltà;

c) buoni spesa: l’estensione della platea dei beneficiari e la possibilità di poterli utilizzare nell’acquisto di cibi presso i mercati contadini e le filiere dei produttori a km.0.

Risorse necessarie: 15 miliardi.

Ristori per piccole attività economiche (10 miliardi)

Proponiamo per tutte le attività economiche di piccole imprese agricole, industriali, dell’artigianato, del commercio, dei servizi, della cultura e dello spettacolo -con particolare riguardo alle realtà di economia trasformativa- interventi di sostegno diretto e misure di riduzione delle spese relative ai contratti di affitto e al pagamento delle utenze. Il prerequisito per accedervi è il pieno rispetto delle normative relative ai diritti del lavoro e dell’ambiente.

Risorse necessarie: 10 miliardi.

Ristori per attività associative, culturali e sportive senza fini di lucro (10 miliardi)

Proponiamo sostegni economici a tutte le realtà associative, culturali e sportive senza fini di lucro, e misure di riduzione delle spese relative ai contratti di affitto e al pagamento delle utenze. Risorse necessarie: 10 miliardi.

Blocco dei licenziamenti

Chiediamo che il blocco dei licenziamenti sia prorogato a tutto il 2021.

Sanità (40 miliardi)

Proponiamo lo stanziamento di 40 miliardi per il solo Servizio Sanitario Nazionale pubblico -escludendo il privato accreditato/convenzionato- al fine di realizzare politiche sanitarie basate su prevenzione, assistenza primaria territoriale e cura di prossimità, attraverso aziende sanitarie più piccole e democratiche e il trasferimento alla gestione pubblica delle strutture e servizi sanitari e socio sanitari attualmente esternalizzati e privatizzati. Proponiamo un forte aumento dei fondi specifici rivolti al disagio mentale, alla disabilità, alla non autosufficienza e a politiche di assistenza agli anziani non centrate sulle Rsa, nonché alla messa in sicurezza anche sismica dei presidi sanitari e al loro adeguamento energetico. Vanno recuperati i tagli e i definanziamenti dell’ultimo decennio, stabilizzando immediatamente il personale precario e procedendo all’assunzione di tutto il personale medico, non medico e socio-sanitario necessario, anche attraverso reinternalizzazioni, concorsi e graduatorie regionali a scorrimento e la creazione di specifici servizi per il Covid19.

Scuola (30 miliardi)

Proponiamo lo stanziamento di 30 miliardi per una scuola pubblica, di qualità, basata sulla relazione educativa e di apprendimento, invece che su dispositivi di connessione digitale funzionali a valutazioni standardizzate (Invalsi).

Proponiamo un forte aumento dei fondi per il diritto allo studio, con elevamento dell’obbligo fino a 18 anni e libero accesso alla formazione universitaria, allo scopo di sconfiggere povertà educativa, abbandono scolastico e fuga dei cervelli, stabilizzando immediatamente il personale precario con concorso per titoli e servizio e procedendo all’assunzione di tutto il personale necessario in direzione di un modello con classi di 15 alunni. Proponiamo il ripristino del presidio medico in ogni istituto scolastico, il tracciamento veloce per alunni e personale, e trasporti scolatici dedicati, nonché la messa in sicurezza anche sismica delle strutture scolastiche e il loro adeguamento energetico.

Trasporti pubblici (30 miliardi)

Proponiamo lo stanziamento di 30 miliardi per un trasporto pubblico locale in sicurezza e qualità, finalizzato a: rinnovo e al potenziamento del parco mezzi; pianificazione locale di sistemi di trasporto collettivo, utilizzando nuove tecnologie non inquinanti, e privilegiando, dove opportuno, il trasporto su ferro; costruzione di ciclovie urbane e territoriali; assunzione del personale necessario.

Rete per le infrastrutture sociali (25 miliardi)

Proponiamo lo stanziamento di 25 miliardi per le politiche sociali, in particolar modo rivolte alla realizzazione di un nuovo welfare di comunità, al potenziamento dei servizi territoriali e domiciliari per minori, anziani e disabili, al radicale cambiamento del sistema d’accoglienza, al superamento delle discriminazioni di genere nell’organizzazione dei tempi di vita e di lavoro della società. Tra le altre misure, va previsto un aumento delle risorse di sostegno ai centri anti-violenza.

1. Chi più ha avuto ora deve dare (47 miliardi/anno)

Tassa Patrimoniale – proponiamo una tassa straordinaria del 0,5% sulla ricchezza patrimoniale compresa fra i 500mila e 1 milione di euro; del 2% su quella compresa fra 1 milione e 100 milioni di euro; del 3% sulla ricchezza patrimoniale compresa fra 100 milioni e 1 miliardo; del 5% su quella superiore al miliardo di euro. L’introito previsto è di 25 miliardi.

Tassa Paperoniale – proponiamo una tassa straordinaria del 3% su tutti i portafogli finanziari con valore superiore a 880.000 euro, ovunque detenuti, da persone fisiche o giuridiche aventi cittadinanza italiana al momento dell’entrata in vigore. L’introito previsto è di 10 miliardi.

Web Tax – proponiamo una web tax con un’aliquota del 30% per società con un ammontare complessivo di ricavi annui non inferiore ai 500 milioni di euro e un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiori ai 2,5 milioni di euro. L’introito previsto è di 8 miliardi.

Financial Transaction Tax – proponiamo una tassa con aliquota differenziata dal 0,1 al 0,8% a seconda della natura più o meno speculativa dello strumento finanziario utilizzato, da applicare a tutte le transazioni finanziarie (scambi di azioni, obbligazioni, scambi valutari e contratti derivati) sia sui mercati regolamentati che over the counter (OTC). L’introito previsto è di 4 miliardi.

2. Ridurre drasticamente le spese militari (10,8 miliardi/anno)

Proponiamo:

a) il blocco di tutti i nuovi programmi di riarmo. Il risparmio previsto è di 6 miliardi;

b) la fine di tutte le missioni militari all’estero, nonché di ogni fornitura militare a Paesi che violano i diritti umani e il diritto internazionale. Il risparmio previsto è di 1 miliardo;

c) la riduzione strutturale del 20% delle spese militari. Il risparmio previsto è di 3.8 miliardi.

3. Abrogare i sussidi ambientalmente dannosi (23,2 miliardi /anno)

Proponiamo di abrogare da subito tutti i sussidi diretti alle fonti fossili, il finanziamento di industrie “sporche” che utilizzano rifiuti e residui domestici e speciali per produrre carburanti e energia elettrica, gli incentivi alle produzioni inquinanti e dannose per la salute, lo sfruttamento dei beni comuni. Incentivando concretamente filiere reversibili come quella Rifiuti Zero e avviando dispositivi per una economia circolare basata su cicli bioecologici e relazionali. Il risparmio previsto è di 23,2 miliardi.

4. Cancellare le grandi e piccole opere inutili e dannose (30 miliardi)

Proponiamo la cancellazione di tutte le grandi e piccole opere che sono clima-alteranti, nocive e dannose per la salute, devastanti dal punto di vista ambientale e tra le cause del dissesto idrogeologico, e per questo osteggiate dalle comunità territoriali coinvolte. Il risparmio previsto è di 30 miliardi.

5. Cancellare l’esternalizzazione delle frontiere (500 milioni/anno)

Proponiamo l’immediata fine delle politiche di esternalizzazione delle frontiere rivolte al blocco e alla detenzione delle persone migranti in Libia, nonché l’abolizione dell’impiego delle navi quarantena. Il risparmio previsto è di 500 milioni.

6. Utilizzare Cassa Depositi e Prestiti (63,5 miliardi)

Per tutti gli investimenti individuati per i servizi pubblici essenziali, proponiamo di utilizzare, sulla base di criteri di trasparenza e sostenibilità, prestiti a tasso zero attraverso Cassa Depositi e Prestiti, che attualmente gestisce 265 miliardi di risparmi postali conferiti da 22 milioni di cittadini.

Queste sono le misure immediate che chiediamo. Sono misure necessarie affinché nessun* sia lasciat* indietro e siano garantiti i diritti di tutt*. Le risorse ci sono e sono sufficienti sia per rispondere all’emergenza immediata, sia per impostare la costruzione di un’alternativa di società.

Da subito, chiediamo l’apertura di un confronto pubblico e trasparente nel Paese, con il coinvolgimento attivo di tutte le persone e le realtà sociali,  per avviare, anche in vista dell’arrivo dei fondi europei, un piano di radicale conversione ecologica, sociale, economica e culturale della società le lotte, il mutualismo, la solidarietà e la Costituzione indicano la strada

Aderisci al Manifesto “Per la società della cura”: https://societadellacura.blogspot.com

Adesioni e info: societadellacura@gmail.com