MOVIMENTO NO TAV

Comunicato Stampa – 12 agosto 2014

MESSAGGIO DEL MOVIMENTO NO TAV

AI NOA E AI GRUPPI DI AZIONE ARMATI


Forse non avete capito, ma questo è normale, che il Movimento No TAV è un movimento popolare  che da 25 anni si oppone in modo vincente alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione proprio perché il suo carattere è popolare, la sua lotta è popolare e non ha nulla a che vedere con i deliri dei  provocatori di professione pagati dalla questura o deliranti in proprio.

Il Movimento No TAV

Cfr. il Comunicato Stampa del 19 febbraio 2014: http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=3465


http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/08/12/noa-no-tav-si-uniscano-lotta-armata_f1723f55-1ce5-4e5d-8022-a5370c5cdbe0.html

http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/08/12/tav-no-tav-niente-a-che-fare-con-delirio-di-provocatori_5b474458-8f3d-426b-93a0-98626a039215.html

 

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/08/12/news/il_movimento_no_tav_nulla_a_che_spartire_con_loro-93639746/

Il movimento No Tav: “Nulla a che spartire con loro”

Il comunicato dei militanti contro l’alta velocità specifica che “la lotta è popolare e non ha nulla a che vedere con i deliri dei provocatori di professione pagati dalla questura o deliranti in proprio”. Perino: “Non li abbiamo mai incontrati”

“Con quella gente lì non abbiano niente a che spartire, se la cantano e se la suonano, ma non li abbiamo mai incontrati e non abbiamo niente in comune”. Così il leader dei No Tav, Alberto Perino, commenta la lettera anonima con l’appello ai movimenti contro l’alta velocità perché “si uniscano ai Noa e ai gruppi di azione armata”. E a proposito del titolo del documento “in Valsusa il movimento ha fallito”, Perino risponde: “Siamo vincenti da 25 anni e continueremo la nostra battaglia come abbiamo sempre fatto”.

Anche il coordinamento dei comitati contro l’alta velocità prende le distanze dall’invito dei Noa. “Forse non avete capito, ma questo è normale – scrivono in un comunicato stampa, il movimento No Tav è un movimento popolare che da 25 anni si oppone in modo vincente alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione proprio perché il suo carattere è popolare, la sua lotta è popolare e non ha nulla a che vedere con i deliri dei provocatori di professione pagati dalla questura o deliranti in proprio”. Perino smentisce poi che ci siano stati incontri, così come invece scritto nella lettera anonima che parla di una “riunione a marzo” durante

la quale i Noa avrebbero spiegato “ai presunti leader del movimento No Tav che la loro condotta avrebbe distrutto la partecipazione popolare”. “Non c’è mai stato alcun incontro – spiega Perino – e la nostra lotta era e resta popolare è sotto gli occhi di tutti”.

 

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/08/12/news/in_una_lettera_anonima_l_appello_ai_no_tav_perch_passino_alla_lotta_armata-93618411/

In una lettera anonima l’appello ai No Tav perché passino alla lotta armata

La missiva all’agenzia Ansa cita la sigla dei Nuclei Operativi Armati già comparsa in un precedente documento. La procura di Torino aprirà un fascicolo

Un appello ai No Tav perché “si uniscano ai Noa e ai gruppi di azione armata” è contenuto in una lettera anonima recapitata questa mattina alla redazione di Torino dell’agenzia Ansa. La missiva è senza firma ma cita una sigla (Nuclei operativi armati) già comparsa in un precedente documento.

Il movimento No Tav: “Nulla a che spartire con i deliri di questi provocatori”

La lettera, indirizzata al capo redattore, è regolarmente affrancata ed è timbrata da Torino l’11 agosto. Il documento, scritto al computer, ha un titolo: “In Val di Susa il movimento ha fallito”.

“Come era prevedibile – è l’esordio – la lotta popolare contro il Tav in Val di Susa è stata portata alla sconfitta da una strategia politica completamente sbagliata. Avevamo avvertito i compagni leninisti che senza un’azione di forte rottura nei metodi, il sistema borghese avrebbe messo a tacere e represso il Movimento”.
I sedicenti autori del documento scrivono di avere avuto lo scorso marzo un incontro con i “presunti leader del Movimento No Tav”, ai quali avrebbero spiegato che “la loro condotta avrebbe distrutto la partecipazione popolare e demotivato i gruppi di azione presenti sul territorio, pronti al salto di qualità nella lotta”. “Avevamo ragione, come dimostrano i fatti degli ultimi mesi”. Inoltre criticano i “borghesucci di Askatasuna”, il grande centro sociale torinese (di area autonoma) che da anni opera in sintonia con i No Tav. E attaccano politici, polizia e giornalisti.

“Contro lo Stato borghese e reazionario – si legge ancora – non si utilizzano denunce, tribunali e avvocati, per battere e ridurre al silenzio i nemici si pratica la lotta armata”.

“Il governo Renzi è ancora più insidioso dei governi tecnocratici e di Berlusconi. Viene infatti sostenuto dalla stampa filo-sionista che ne gonfia il consenso ma la crisi è grave e non può reggere a lungo”. Dice questo la lettera, con un appello ai No Tav “delusi” dal movimento affinché “si uniscano ai Noa e ai gruppi di azione armata”.

“Basterà assestare il primo colpo – è la conclusione – e il sistema comincerà a scricchiolare. Sarà un settembre di lotta e di fuoco”.

Il presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, osserva che “quello che è accaduto questa mattina purtroppo è la conferma di quanto ho detto alcuni giorni fa: la Val di Susa è diventata ormai la palestra di ogni forma di pseudo sinistrismo”. Ed esprime “vicinanza e solidarietà” alle persone che vengono citate nella lettera.

Il responsabile sicurezza del Pd, Emanuela Fiano, è intervenuta sulla lettera anonima recapitata all’Ansa: “No alla deriva violenta di pochi nostalgici del terrorismo. Non conosciamo la reale consistenza della sigla che oggi firma la lettera di minaccia terroristica e che promette la chiamata alle armi dei delusi del movimento o Tav. Quello che sappiamo è che i pochi nostalgici della stagione del terrorismo troveranno di fronte a sè un panorama politico e un governo pronti a contrastare qualsiasi deriva violenta ed antidemocratica”.

La procura di Torino aprirà un fascicolo di indagine sulla lettera. I magistrati, prima di compiere passi formali, attendono il rapporto della questura. Fra i reati che potrebbero essere ipotizzati figura l’istigazione a delinquere.