Incontro San Didero 20.12.2015.pdf

Domenica 20 dicembre si è svolto a San Didero un incontro di discussione dedicato al ruolo delle donne nel movimento NO TAV. Si è trattato del secondo appuntamento di un percorso nato in relazione alla partecipazione del movimento NO TAV al seminario internazionale “WoMidan”, svoltosi dal 28 novembre al 3 dicembre 2015 a Stoccolma.

Tema conduttore del seminario è stato il ruolo delle donne nelle lotte. Il seminario ha permesso ad attivisti provenienti da diversi paesi dell’area euro-mediterranea di incontrarsi e di condividere le proprie esperienze.

Il nostro contributo ha riguardato il tema della sicurezza e della partecipazione delle donne. Abbiamo, quindi, condiviso la nostra esperienza focalizzando l’attenzione su alcuni casi particolarmente  gravi e significativi come, ad esempio, quello di Marta.

Questi esempi ci hanno permesso di proporre una riflessione sulle violenze fisiche, sessuali e verbali che le forze dell’ordine praticano nei confronti delle donne che alzano la propria voce nell’opporsi in prima persona alle grandi lobbies ed ai poteri forti. Episodi connotati da estrema rilevanza soprattutto se letti nell’ambito di un contesto internazionale.

Queste gravi violazioni si svolgono, infatti, nel cuore dell’Europa, esempio teorico di promozione di diritti e di democrazia che, alla prova dei fatti, calpesta i suoi stessi valori fondanti con prove di dura repressione del dissenso e gravi violazioni dei diritti umani fondamentali. Repressione che l’attuale narrazione del terrore non potrà che aggravare.

Questo proprio mentre, in numerose Midans (piazze) del mondo, altre donne e uomini sono disposti a rischiare anche la loro stessa vita per affermare e difendere i valori democratici, pensiamo, ad esempio, all’Egitto, alla Tunisia, alla Siria e all’Ucraina.

A fronte di questa esperienza, dei diversi elementi di interesse emersi nel corso dei due precedenti incontri e della rilevanza di questi temi riteniamo importate proseguire questo percorso attraverso riflessioni ed azioni concrete.

A questo fine si è costituito un gruppo di lavoro dedicato. Abbiamo in programma di incontrarci alla fine del mese di gennaio 2016 , seguiranno maggiori dettagli per chi fosse interessato a partecipare.

Per vostra conoscenza, riportiamo di seguito la dichiarazione con la quale si è concluso il seminario “WoMidan” tradotta in lingua italiana.

Dichiarazione WoMidan

Stoccolma – 2 Dicembre 2015

Noi, i partecipanti del seminario WoMidan, provenienti da Tunisia, Egitto, Siria, Yemen, Palestina, Ucraina, Francia, Italia, Grecia, e altri paesi europei ci siamo riuniti come giovani attivisti per i diritti e l’autodeterminazione delle donne. Siamo donne e uomini con differenti percorsi, religioni, professioni e divergenti idee politiche, ma tutti condividiamo la convinzione che l’empowerment delle donne sia una precondizione irrinunciabile per un cambiamento ed uno sviluppo sostenibili.

Anche se proveniamo da diversi contesti, tutte le nostre società si trovano ad affrontare importanti sfide riguardo l’equità di genere, la partecipazione e la possibilità di avere eque opportunità politiche, economiche e sociali. Le recenti esperienze nelle Midans (“Piazze”) delle nostre città hanno messo in luce che le donne, quando partecipano e fanno sentire la propria voce, sono particolarmente soggette a violenza fisica, sessuale e psicologica; stereotipi delegittimanti; discorsi di incitamento all’odio ed altre forme di abuso. Ci siamo, quindi, riuniti al fine di identificare priorità ed azioni per contrastare questa situazione e favorire l’attivismo delle donne tra cui:

Assicurare un ambiente sicuro per favorire l’impegno delle donne nel perseguimento di cambiamenti sociali e politici. È imperativo per la società civile, i media ed in particolare i governi agire per assicurare che le donne siano sicure quando alzano la propria voce o esercitano i propri diritti politici. I governi devono essere messi sotto pressione per assicurare che polizia, militari, altri agenti dello stato, gruppi armati o singoli individui siano chiamati a rispondere per ogni uso di violenza o minaccia di violenza esercitata nei confronti delle donne. La società civile e la comunità internazionale devono costantemente monitorare e denunciare ogni violenza contro le donne in questi contesti al fine di stimolare azioni collettive.

La formazione – formale ed informale – è un vettore cruciale per cambiare atteggiamenti e stereotipi di genere al fine di fornire a tutti le capacità, la fiducia in se stessi e le opportunità per essere pienamente coinvolti nella vita pubblica.

I professionisti dei media hanno una particolare responsabilità nel combattere gli stereotipi di genere sia attraverso il linguaggio, sia attraverso l’uso delle immagini e nell’assicurare una sfera pubblica plurale e diversificata.

L’equità di genere e la riduzione delle diseguaglianze di genere sono nell’interesse di tutti. Questioni come il bilanciamento vita-lavoro, le opportunità professionali e di carriera e la libertà sessuale sono questioni sempre più attuali e rilevanti sia per gli uomini, sia per le donne.

Le organizzazioni della società civile, i movimenti sociali e i singoli attivisti hanno la responsabilità di unirsi – nelle Midans e oltre – per condividere esperienze, costruire reti di solidarietà, organizzarsi politicamente e lavorare insieme al fine di assicurare e costruire un ambiente che favorisca la partecipazione politica, economica e sociale delle donne.

Le Midans hanno dato vita a numerosi movimenti che hanno già raggiunto cambiamenti significativi negli atteggiamenti relativi all’eguaglianza di genere. Occorre costruire su questa eredità anche in periodi di agitazione politica, guerra ed oppressione.

Invitiamo tutti gli attivisti per i diritti delle donne, uomini e donne, provenienti da ogni parte del mondo ad unirsi e far sentire a propria voce al fine di promuovere i diritti delle donne e l’eguaglianza di genere. Il nostro lavoro e la nostra partecipazione sono essenziale per il cambiamento sociale e questo ci colloca in una posizione di forza.

In conclusione, vorremmo dedicare questa dichiarazione a tutte le attiviste che hanno perso la loro vita, sono in stato di detenzione o hanno sofferto combattendo nelle Midans. Abbiamo sentito le vostre voci e ci dedicheremo ad amplificarle.