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Articoli dai media

Il Sole 24 Ore

Torino-Lione, vertice tra Italia e Francia

Giorgio Santilli Roma 27 settembre 2011

La trattativa fra Italia e Francia sulla Tav Torino-Lione arriva oggi alla stretta finale. Stamattina il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, vola a Parigi per incontrare il suo omologo transalpino, Thierry Mariani, e tentare di chiudere la partita del riequilibrio del piano finanziario del tunnel del Frejus.
Oggi il trattato bilaterale firmato nel 2004 prevede che il 63% dei costi della tratta internazionale sia a carico dell’Italia, mentre il 37% è a carico della Francia. L’Italia puntava a un riequilibrio 50-50 ma la tratattiva tecnica non è andata del tutto come si sperava, nonostante le ipotesi sul tavolo consentano comunque un risparmio consistente. La forchetta della trattativa oscilla nelle ultime ore tra il 58 e il 59 per cento a carico dell’Italia e il 41-42% a carico della Francia.
Entro il 30 settembre, la Cig (la commissione intergovernativa presieduta da Rainer Masera) dovrà formalizzare l’intesa tra le parti e poi trasmettere l’accordo a Bruxelles per evitare che si proceda con il taglio dei 671,8 milioni di contributi dell’Unione europea. La revoca del finanziamento è ormai certa, in caso di mancata sottoscrizione dell’accordo.
Per l’Italia, però, la posta in palio rischia di essere molto più alta perché senza l’intesa sulla Torino-Lione rischiamo i finanziamenti sugli altri progetti Ten e potremo dare per persa definitivamente anche la partita sul corridoio 1 e sul Ponte sullo Stretto, escluso nelle nuove mappe europee.
La trattativa fra Italia e Francia è la parte conclusiva di un complesso riordino del progetto che mirava soprattutto a una drastica riduzione dei costi. Non a caso, l’input per avere un progetto e costi più realistici era arrivato un anno fa dal ministro dell’Economia, Giulio Trermonti. In precedenza a produrre risparmi era stata la fasizzazione, cioè la divisione del progetto complessivo (tratta internazionale e nazionale) in due fasi, una precedente al 2020-2030, l’altra successiva. Un modo, in realtà, per alleggerire notevolmente il progetto sul versante italiano rispetto alle ipotesi faraoniche proposte dal commissario Mario Virano con l’intesa di Ca Pracatinat (Non si può parlare di Intesa o Accordo in quanto l’unico firmatario è colui che ha redatto il testo, l’arch. Mario Virano – Nota del Lettore Informato dei Fatti).
In attesa dell’accordo, i tecnici stimano che la riduzione del costo per le casse dello Stato nella prima fase possa essere dell’ordine del 50%. Per quanto riguarda la tratta internazionale, se passasse l’ipotesi di divisione delle spese al 58-42, il costo complessivo di circa 8,5 miliardi sarebbe per 2,5 miliardi a carico del contributo Ue (30%), per 3,5 miliardi circa a carico dell’Italia e per 2,5 miliardi a carico della Francia.


Regione Piemonte

Tav: nuovo accordo italo-francese  – 28 settembre 2011

“Grazie al nuovo accordo con la Francia, l’Italia ha ottemperato anche all’ultima delle tre richieste avanzate dall’Unione Europea per mantenere i fondi destinati alla Tav: ora non ci sono più ostacoli alla realizzazione della Nuova Linea Torino-Lione”: è il commento rilasciato dall’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino, dopo aver appreso dell’l’intesa raggiunta il 27 settembre a Parigi tra il ministro alle Infrastrutture, Altero Matteoli, e il suo omologo francese Thierry Mariani.

“Grazie all’impegno del Governo, ed in particolare del ministro Matteoli e della delegazione tecnica del Ministero, in questi mesi sono stati compiuti passi decisivi verso la realizzazione dell’opera – ha continuato Bonino – La nuova ripartizione dei costi è molto più favorevole all’Italia e la suddivisione del progetto in due fasi funzionali ci consente di realizzare gli interventi essenziali, differendo la costruzione del tunnel dell’Orsiera ”.

Secondo Bonino, l’accordo è anche un messaggio agli oppositori all’opera. “I due Governi e i due popoli vogliono la Torino-Lione: ad opporsi contro ogni logica resta soltanto una minoranza assolutamente marginale, che sta perdendo oltretutto ogni sostegno popolare per via delle sue azioni violente. E non basta certo partecipare ad una marcia per la pace a cancellare i due mesi di attacchi quotidiani al cantiere di Chiomonte che hanno causato oltre 300 feriti tra gli agenti impiegati”.

Sui contenuti dell’intesa è intervenuto anche il presidente Roberto Cota, parlando a margine della cerimonia d’inaugurazione dell’anno scolastico svoltasi il 28 settembre a Torino: “E’ un buon accordo, l’ultimo passaggio burocratico legato alla realizzazione della Tav. Il Governo sta predisponendo il piano sulle infrastrutture e io ho chiesto al ministro Tremonti di inserirvi la Torino-Lione, ma era scontato che così fosse”. Per quanto riguarda le contestazioni, il presidente spera “che ci sia un calo di tensione, è ovvio. Ma il mondo va avanti e la Tav è il mondo che va avanti”. Infine, ha reso noto che l’11 ottobre sarà a Parigi per la ratifica; “Non me la voglio perdere visto che ci ho lavorato parecchio. I fondi da Bruxelles? Ora l’Europa non avrà più alibi”.

L’accordo di Parigi prevede la realizzazione della linea in due fasi: con la prima, del valore di circa 8,2 miliardi di euro e per la quale sono in corso le opere propedeutiche, saranno costruiti il tunnel di base e le due stazioni internazionali di Susa e Saint Jean de Maurienne; con la seconda saranno realizzati i tunnel di Belledonne e Glandon in territorio francese e, se ritenuto necessario, il tunnel dell’Orsiera sul lato italiano. Inoltre, viene fissata una ripartizione complessivamente equilibrata che accoglie le richieste italiane e sostituisce un’intesa che prevedeva per l’Italia il 70% dei costi. Questa spesa viene ridotta al 57,9% per l’Italia e portata al 42,1% per la Francia. Considerando l’intera parte comune, la suddivisione diventa così del 50% .  28 settembre 2011


https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/ventanni-storia-dellalta-velocita-torino-lione/194168/

Vent’anni di proteste, la storia dell’Alta velocità Torino-Lione

di RQuotidiano | 27 febbraio 2012

Più informazioni su: Chiomonte, Francia, FS, Lione, Mauro Moretti, Tav, Torino

La questione del Tav Torino-Lione è una vicenda più che ventennale. Le prime notizie di un dibattito sulla necessità di un collegamento ferroviario transfrontaliero ad Alta Velocità risalgono infatti al 1988-89.

Ecco una cronologia degli eventi principali:

26 febbraio 1991 – Il presidente delle Fs Lorenzo Necci  presenta alla Commissione lavori pubblici del Senato l’architettura della società finanziaria per l’Alta velocità ferroviaria (Tav). capitale iniziale 100 miliardi di lire, Fs azionista di riferimento con il 40% delle quote.

22 ottobre 1991 – I governi italiano e francese avviano la progettazione di uno studio di fattibilità sul collegamento ferroviario veloce tra Torino e Lione.

28 marzo 1994 – La Conferenza Paneuropea dei Trasporti individua nove “corridoi” tra il Torino-Lione (corridoio 5)

Novembre 1994 – Fs e Sncf costituiscono “Alpetunnel”, che diventerà Lyon Turin Ferroviaire (Ltf), società mista incaricata della progettazione della tratta internazionale.

10 dicembre 1994 – Il Consiglio europeo di Essen inserisce la Torino-Lione tra i 14 progetti prioritari del Continente.

Primavera 1995 – Prime manifestazioni No Tav.

Agosto 1996-maggio 1997 – In Valle di Susa si registra una serie di attentati dinamitardi e incendiari contro cabine elettriche della linea storica Torino-Modane e contro le prime trivelle incaricate di sondare il terreno.

5 marzo 1998 – Gli anarchici Silvano Pellissero, Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas vengono arrestati con l’accusa di appartenere all’organizzazione paraterrorista “lupi grigi”, considerata responsabile degli attentati in Valle di Susa.

28 marzo 1998 – Edoardo Massari (“Baleno”), 35 anni, si toglie la vita al carcere delle Vallette di Torino

11 luglio 1998 – Maria Soledad Rosas (“Sole”), argentina di 24 anni, si toglie la vita all’interno della comunità dove sconta gli arresti domiciliari.

29 gennaio 2001 – I presidenti del consiglio italiano e francese Amato e Chirac firmano a Torino il primo accordo intergovernativo per la realizzazione del Tav Torino-Lione.

3 ottobre 2001 – Costituzione di Ltf.

25 febbraio 2002 – Il Parlamento francese ratifica il trattato intergovernativo.

19 settembre 2002 – Il Parlamento italiano ratifica il trattato intergovernativo

31 maggio 2003 – Quindicimila persone sfilano in corteo da Borgone a Bussoleno. Il movimento No-Tav è ormai una realtà consolidata in Valle di Susa.

12 dicembre 2003 – La Commissione europea inserisce il Tav Torino-Lione nella “quick list” delle infrastrutture strategiche.

31 ottobre 2005 – I No Tav bloccano i carotaggi alle pendici del Rocciamelone. Primi, duri scontri con le forze dell’ordine.

16 novembre 2005 – Ottantamila persone partecipano allo sciopero generale della Valle di Susa e marciano da Bussoleno a Susa.

5-6 dicembre 2005 – Le forze dell’ordine sgomberano con un blitz notturno il presidio No Tav che occupa l’area del comune di Venaus in cui dovrebbero iniziare i lavori. Scontri molto violenti.

1 marzo 2006 – Costituzione dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione, organismoi istituito dopo gli scontri di Venaus con il compito di ridiscutere il progetto con i rappresentanti del territorio.

29 giugno 2006 – Il governo Prodi convoca a Roma un tavolo politico con i rappresentanti degli enti Locali della Valle.

1 novembre 2007 – L’Ue assegna a Italia e Francia un primo contributo di 671,8 milioni di euro.

28 giugno 2008 – Accordo tra Osservatorio ed Enti Locali per il nuovo progetto Tav Torino-Lione.

23 gennaio 2010 – Quarantamila persone sfilano in Valle per protestare contro l’avvio dei sondaggi preliminari tra Susa e Chiomonte. Incidenti in prossimità delle trivelle.

29 gennaio 2010 – L’Osservatorio approva il tracciato “low cost” della Torino-Lione. Il documento non è firmato dai sindaci “dissidenti” della Bassa Valle, tra cui il neo presidente della comunità Montana Sandro Plano (Pd).

20 ottobre 2010 – Il Parlamento italiano approva una serie di ordini del giorno a favore del Tav che impegnano il governo ad accelerare i tempi.

24 maggio 2011 – Primo tentativo di avviare i lavori del tunnel esplorativo a Chiomonte. Centinaia di manifestanti respingono all’alba con una sassaiola operai e forze dell’ordine. Nasce la “libera repubblica della Maddalena”.

27 giugno 2011 – Le forze dell’ordine sgombrano la “libera repubblica della maddalena”. S’insedia il cantiere.

3 luglio 2011 – Cinquantamila persone marciano a Chiomonte. Nel pomeriggio, violentissimi scontri intorno alle recinzioni del cantiere. 400 feriti tra manifestanti e forze dell’ordine.

27 settembre 2011 – Nuovo accordo tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi. Il 57,9% sarà a carico dell’Italia.