Lettera Aperta  a Mario Draghi,  Enrico Giovannini e Roberto Cingolani

Perché  il clima va salvato, afferma Mario Draghi

Si fermi allora un progetto climaticida, la Torino-Lione

19 marzo 2021 – Giornata Mondiale di Azione per il Clima


Il 13 febbraio 2021 Adnkronos batteva: “Quello di Mario Draghi sarà un governo ambientalista”. Questo quanto avrebbe detto il nuovo premier nel Cdm, appena terminato il primo Consiglio dei ministri del governo Draghi, iniziato poco dopo il passaggio di consegne con Conte e la cerimonia dello scambio della campanella a Palazzo Chigi e durato circa 30 minuti.

Domani 19 marzo 2021 è la Giornata Mondiale di Azione per il Clima, promossa dal movimento Fridays for Future.

Queste sono utili premesse alla lettura della Lettera Aperta inviata ieri dal prof. Angelo Tartaglia al Presidente del Consiglio Draghi e ai ministri Giovannini (Mobilità sostenibile) e Cingolani (Transizione ecologica).

Dai tre decisori politici sono da tempo attesi i provvedimenti che dovrebbero consentire all’Italia di rispettare la diminuzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 (rispetto al 1990), così come indicate dall’Unione europea.

Nella Lettera Aperta, con riferimento alla Valle Susa, viene ricordato che “c’è una porzione del nostro territorio nazionale sotto occupazione militare condotta da corpi armati dello Stato. Non si tratta di un distretto permeato dalla criminalità organizzata, ma di una vallata alpina. In quell’area anche i principi fondamentali della Costituzione sono interpretati in senso restrittivo”.

In questo contesto viene inoltre rilevato che “c’è un ente assoggettato alla giurisdizione ordinaria di un paese diverso dal nostro (TELT, soggetto francese, N.d.R.) che operando in territorio italiano effettua anche per conto dello Stato (il nostro) espropri di terreni appartenenti non solo a privati cittadini ma anche ad amministrazioni comunali, cioè ad enti riconosciuti dalla Costituzione come elementi costitutivi della Repubblica (italiana). Pare che così abbia stabilito il Parlamento (il nostro) che è sovrano e rappresenta il popolo, E dunque c’è forse da stupirsi che la fiducia nelle istituzioni possa vacillare in chi non è troppo distratto?

Tutto ciò avviene per “castigare i convincimenti, ritenuti non ortodossi, dei cittadini” che da oltre trent’anni si battono per fermare “un’opera pubblica (La Torino-Lione, N.d.R.) la cui motivazione e opportunità sono, a dir poco, dubbie, mentre è certo che un effetto sarà quello di trasferire sulle prossime generazioni un debito che si aggiungerà ai molti altri che si vanno accumulando a seguito delle scelte di coloro che hanno oggi e hanno avuto in passato responsabilità decisionali.”

La Lettera Aperta prosegue ricordando “l’impatto sul bilancio ambientale globale” e “sottolineando l’assoluta urgenza di agire in direzione della sostenibilità a lungo termine delle attività umane.”

Viene anche affermato che “il cantiere protetto dai blindati Lince e dal filo spinato non rispetterà le scadenze indicate dall’Unione Europea riguardo alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera”, tanto che è facile “per chiunque abbia un minimo di competenze specifiche, verificare che le cose stanno così, dubbi al riguardo sono stati espressi anche dalla Corte dei Conti Europea.”

La Lettera Aperta contiene anche un invito affinché cessi la pessima abitudine dei promotori/decisori del progetto Torino-Lione di evitare “confronti tra esperti in sede pubblica e paritaria.”

Al termine della Lettera Aperta vi è una perorazione per un indispensabile cambio di passo diretta al Presidente Draghi che “ha in questo momento molti e rilevanti problemi da affrontare, fra cui quelli del concorso del nostro paese alla (ri)costruzione di un mondo sostenibile ed equo da trasmettere a coloro che non hanno al momento responsabilità decisionali ma se le troveranno presto, col rischio di dover affrontare emergenze drammatiche, tanto più se oggi continueremo a battere la strada che ci ha condotti fin qui”.


Torino, 16 marzo 2021

di Angelo Tartaglia

Al Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Mario Draghi

e p.c. al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili prof. Enrico Giovannini

e p.c. al Ministro della Transizione Ecologica prof. Roberto Cingolani

Egr. Sig. Presidente,

c’è una porzione del nostro territorio nazionale sotto occupazione militare condotta da corpi armati dello Stato. Non si tratta di un distretto per-meato dalla criminalità organizzata, ma di una vallata alpina. In quell’area anche i principi fondamentali della Costituzione sono interpretati in senso restrittivo da parte di un altro dei poteri dello Stato che oltre a punire, come doveroso, le violazioni della legge si preoccupa, con gli strumenti a sua disposizione, di stigmatizzare e castigare anche i convincimenti, ritenuti non ortodossi, dei cittadini.

Tutto ciò avviene ufficialmente in difesa di un cantiere per un’opera pubblica la cui motivazione e opportunità sono, a dir poco, dubbie, mentre è certo che un effetto sarà quello di trasferire sulle prossime generazioni un debito che si aggiungerà ai molti altri che si vanno accumulando a seguito delle scelte di coloro che hanno oggi e hanno avuto in passato responsabilità decisionali. Lei ha tutte le competenze personali per verificare facilmente che le cose stanno così e d’altra parte dubbi relativi all’utilità di quest’opera sono stati espressi anche dalla Corte dei Conti Europea.

A quanto sopra si aggiunge l’impatto sul bilancio ambientale globale. Nel suo governo c’è un Ministero alla Transizione Ecologica a sottolineare l’assoluta urgenza di agire in direzione della sostenibilità a lungo termine delle attività umane. Anche in questo caso, il cantiere protetto dai blindati Lince e dal filo spinato certamente non rispetterà le scadenze indicate dall’Unione Europea riguardo alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera e l’opera nella sua interezza ancora meno.

Anche qui, è facile, per chiunque abbia un minimo di competenze specifiche, verificare che le cose stanno così; di nuovo dubbi al riguardo sono stati espressi anche dalla Corte dei Conti Europea. D’altra parte lo Stato sembra non aver bisogno di assoggettare le proprie scelte a verifiche di merito, tanto è vero che, riguardo all’opera di cui parlo e al relativo cantiere, sono sempre stati evitati confronti tra esperti in sede pubblica e paritaria.

In mancanza di argomenti lo Stato usa la forza. È un approccio certamente poco consono ad un paese democratico.

Le anomalie peraltro, non si fermano qui. C’è infatti un ente assoggettato alla giurisdizione ordinaria di un paese diverso dal nostro che operando in territorio italiano effettua anche per conto dello Stato (il nostro) espropri di terreni appartenenti non solo a privati cittadini ma anche ad amministrazioni comunali, cioè ad enti riconosciuti dalla Costituzione come elementi costitutivi della Repubblica (italiana). Pare che così abbia stabilito il Parlamento (il nostro) che è sovrano e rappresenta il popolo, e dunque. C’è forse da stupirsi che la fiducia nelle istituzioni possa vacillare in chi non è troppo distratto?

Lei ha in questo momento molti e rilevanti problemi da affrontare, fra cui, mi per-metto di riprendere e sottolineare, ci sono quelli del concorso del nostro paese alla (ri)costruzione di un mondo sostenibile ed equo da trasmettere a coloro che al momento responsabilità decisionali non ne hanno ma se le troveranno presto, col rischio di dover affrontare emergenze drammatiche, tanto più se oggi continueremo a battere la strada che ci ha condotti fin qui.

Mi scuso se le ho fatto perdere tempo, anche se mi rendo conto che è estremamente improbabile che Lei legga questo scritto. Ho voluto comunque ingenuamente segnalarle la situazione e chiederle (o chiedermi?) se non rilevi qualcosa di anomalo e che richiederebbe qualche ripensamento (oggi usa dire “un cambio di passo”).

Angelo Tartaglia


An den Präsidenten des Ministerrats, Prof. Mario Draghi

Durchschrift an den Minister für nachhaltige Infrastruktur und Mobilität, Prof. Enrico Giovannini
Durchschrift an den Minister für den ökologischen Wandel, Prof. Roberto Cingolani

Am 13. Februar 2021 behauptete Adnkronos: “Mario Draghi’s will be an environmentalist government”. (Das hätte der neue Premier im Ministerrat gesagt, gleich nach seiner ersten Sitzung der Regierung Draghi, die kurz nach der Übergabe mit Conte und der Zeremonie des Glockentausches im Palazzo Chigi begann und etwa 30 Minuten dauerte.)

Also am Vorabend des Weltklima-Aktionstags am 19. März 2021, der von der Bewegung “Fridays for Future” unterstützt wird.

Dies sind nützliche Voraussetzungen für das Lesen des offenen Briefes, den Prof. Angelo Tartaglia gestern an Ministerpräsident Draghi und die Minister Giovannini (Nachhaltige Mobilität) und Cingolani (Ökologischer Übergang) geschickt hat.

Von den drei politischen Entscheidungsträgern werden seit langem die Maßnahmen erwartet, die es Italien ermöglichen sollen, die von der Europäischen Union vorgegebene Reduzierung der CO2-Emissionen um 55% bis 2030 (im Vergleich zu 1990) einzuhalten.

In dem Offenen Brief wird mit Bezug auf das Susa-Tal daran erinnert, dass “ein Teil unseres nationalen Territoriums unter militärischer Besatzung durch bewaffnete Organe des Staates steht. Das ist kein Stadtteil, der vom organisierten Verbrechen durchsetzt ist, sondern ein Alpental. Auch in diesem Bereich werden die Grundprinzipien der Verfassung in einem restriktiven Sinne interpretiert”.

In diesem Zusammenhang wird auch darauf hingewiesen, dass “es eine Einrichtung gibt, die der ordentlichen Gerichtsbarkeit eines anderen Landes als dem unseren unterliegt (TELT, eine französische Einrichtung, Anm. d. Red.), die aber auf italienischem Gebiet tätig ist und ebenfalls im Namen des Staates (unseres Staates) Enteignungen von Grundstücken nicht nur von Privatpersonen, sondern auch von  Gemeindeverwaltungen vornimmt,  d. h. Einrichtungen, die von der Verfassung als konstitutive Bestandteile der (italienischen) Republik ausgewiesen sind. Es scheint, dass das souveräne volksvertretende Parlament (unseres), dies festgestellt hat. Ist es da erstaunlich, dass das Vertrauen in die Institutionen schwanken kann, wenn man nicht zu sehr verwirrt ist?

All dies geschieht, um “die als unorthodox empfundenen Überzeugungen der Bürger zu strafen”, die seit mehr als dreißig Jahren dafür kämpfen, “ein öffentliches Projekt (Turin-Lyon, Anm. d. Red.) zu stoppen, dessen Gründe und Opportunität, gelinde gesagt, zweifelhaft sind, während  infolge seiner Realisierung mit Sicherheit eine weitere Schuld der früher und heute verantwortlichen Entscheidungsträger auf die nächsten Generationen übertragen wird”.

Der Offene Brief erinnert weiter an “die Auswirkungen auf die globale Umweltbilanz” und “unterstreicht die absolute Dringlichkeit, im Sinne der langfristigen Nachhaltigkeit menschlicher Aktivitäten zu handeln.”

Weiter heißt es, dass “die mit Lynx-Panzerfahrzeugen und Stacheldraht geschützte Baustelle die von der Europäischen Union angegebenen Fristen zur Reduzierung der klimaschädlichen Gasemissionen in die Atmosphäre nicht einhalten wird”, und  “dies mit einem Minimum an Fachkenntnissen  von jedem leicht zu überprüfen ist und auch der Europäische Rechnungshof  diesbezüglich seine Zweifel hat.”

Der Offene Brief enthält auch eine Aufforderung, die schlechte Angewohnheit der Promotoren/Entscheider des Turin-Lyon-Projekts aufzugeben, “die Konfrontation von Experten in einem öffentlichen und gleichberechtigten Forum” nicht zuzulassen.

Am Ende des Offenen Briefes findet sich ein Plädoyer für einen unverzichtbaren Tempowechsel, das an Präsident Draghi gerichtet ist, der “in diesem Moment viele und relevante Probleme zu bewältigen hat, darunter das des Beitrags unseres Landes zum (Wieder-)Aufbau einer nachhaltigen und gerechten Welt, der an diejenigen weitergegeben werden soll, die im Moment noch keine Entscheidungsverantwortung haben, diese aber bald vorfinden werden, mit dem Risiko, sich dramatischen Notlagen stellen zu müssen, umso mehr, wenn wir heute den Weg weitergehen, der uns hierher geführt hat”.