L’arte imprigionata nel Tunnel di Chiomonte

Una risposta sconcertante di TELT al dono di BLU al Movimento No TAV

Il Movimento No TAV invia una lettera ai tre artisti,

e Laurina Paperina prende le distanze da TELT con una lettera al Movimento No TAV

  


Apprendiamo sconcertati dai media che la società pubblica franco-italiana TELT[1], ha deciso di compiere degli esperimenti artistici a livello internazionale ospitando la realizzazione di opere nel cuore della montagna, una location sorvegliata da filo spinato e militari in assetto di guerra.

Uno degli aspetti più singolari di questa performance artistica di TELT è che essa è un’attività che esula totalmente dai compiti che Italia e Francia, azionisti di TELT, le hanno affidato.

Nello Statuto di TELT all’Art. 2 – Oggetto è infatti stabilito che questa società è incaricata dalla Francia e dall’Italia di svolgere compiti di direzione strategica e operativa, di concepimento, di realizzazione, sfruttamento, di conclusione e seguito di contratti, di gestione dell’infrastruttura, di fissazione dei diritti d’uso, di altre missioni nel quadro del progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.

Ogni campagna pubblicitaria o propagandistica ha i suoi costi e, in via del tutto ipotetica, è probabile che per realizzare questo esperimento provocatorio TELT abbia sostenuto dei costi per organizzare la “mostra” all’interno del suo cantiere e per rimborsare le spese ai tre artisti, compresi eventuali compensi.

Ma se questa è una campagna pubblicitaria, e non un tentativo di far parlare di sé, ci si può chiedere quale mercanzia abbia da vendere TELT e a quale pubblico si rivolga con questa iniziativa. Nessuno ha mai visto nel suo sito un catalogo di prodotti da commercializzare. Risulta a tutti che TELT abbia un solo prodotto nel suo catalogo, che tra l’altro ha già venduto: il Tunnel di 57 km che dovrà costruire seguendo le minuziose istruzioni dell’Italia e della Francia.

E si potrebbe anche ricordare che l’uso del denaro pubblico italiano e francese (quello europeo è già italiano e francese), per uno scopo diverso da quelli previsti all’art. 2, potrebbe interessare la Magistratura contabile o ordinaria che potrebbe approfondire.

Il Movimento No TAV ha inviato un Messaggio ai tre artisti ingaggiati da TELT per metterli al corrente della situazione in cui hanno realizzato le loro opere, ricordando che Questo progetto da ben 26 anni è fortemente contrastato dalla popolazione locale e non solo, in quanto inutile e dannoso e che, a causa delle proteste della popolazione della Valsusa, sostenute a livello nazionale e internazionale, si trova ora all’interno di un’area di interesse strategico nazionale, totalmente militarizzata, circondata da filo spinato e sorvegliata con ogni mezzo 24 ore su 24”.

Nel messaggio è stata sottolineata inoltre una particolare caratteristica di questa esposizione che va oltre la pura propaganda. Si tratterebbe del primo caso di una mostra d’arte “blindata e sorvegliata da militari”, con il risultato che non a tutti sia consentito di visitarla, e per sottoporre i fortunati che riusciranno ad entrare a severi controlli per accertarsi che la loro visita sia guidata unicamente dall’amore per l’arte.

Il messaggio afferma anche che “la libera espressione artistica non debba sottostare a sporchi giochi politico/finanziari”, “in un momento in cui molte persone in Valsusa e in tutta Italia sono colpite da pesanti misure repressive a causa della loro opposizione al progetto TAV Torino-Lione.

Il messaggio del Movimento No TAV termina con l’invito ai tre artisti a “non contribuire con la loro arte a questo devastante progetto e alla repressione dei diritti dei cittadini”.

Un aggiornamento

Laurina Paperina, dopo aver ricevuto moltissimi messaggi, prende le distanze il 17.10 con una lettera sincera che la riporta all’onor del mondo artistico e no, cfr. in basso il testo.

Il Movimento NO TAV, grazie alla generosità di BLU (BLU artista di fama internazionale), ha donato ben tre murales che sono ormai beni comuni visibili a tutti perché esposti alla luce del sole.

Tutto questo senza spendere soldi della collettività e ben prima che TELT, piccata per le iniziative di BLU a favore del Movimento No TAV e contro la Torino-Lyon, decidesse di spendere migliaia di euro pubblici per seppellire nel ventre della montagna i disegnini dei tre artisti ingaggiati da TELT.

Qui la documentazione fotografica della realizzazione di due delle opere che BLU ha donato al Movimento No TAV:

https://plus.google.com/photos/114688960687366006722/albums/6278343543043851841

https://plus.google.com/photos/114688960687366006722/albums/6279503325927768897

https://www.youtube.com/watch?v=Ggu3Qqykups&feature=youtu.be

La LETTERA APERTA AL COMITATO NO TAV di Laurina Paperina

Salve a tutti,
scrivo questa lettera in risposta ai messaggi che mi sono arrivati riguardo alla mia partecipazione alla mostra nel cantiere di Chiomonte. La scorsa estate sono stata invitata dal curatore Luca Beatrice a partecipare a questo progetto, il cui scopo era far entrare l’arte in un luogo inusuale, dove solitamente l’arte non ha nulla a che fare; il lavoro l’ho realizzato mesi fa, il mio intervento è stato dipingere due dei treni che usano gli operai per lavorare nel cantiere, e l’ho fatto in maniera “inconsapevole”, convinta del fatto che il mio intervento non voleva essere né provocatorio, né tanto meno pro tav.
Leggere le vostre mail mi sconforta parecchio, non ero a conoscenza (mea culpa) di tutto quello che sta avvenendo in quella zona e mi dispiace che il mio intervento possa sembrare un’azione di propaganda, che ribadisco, assolutamente non è.
E’ vero che tempo fa ho ricevuto un messaggio di Wu Ming che mi chiedeva di non partecipare ma, purtroppo, il lavoro era già stato fatto e a quel punto non ho avuto la prontezza di riflessi nel prendere una posizione netta.
Molti di voi non mi conoscono e non conoscono il mio lavoro, quindi posso capire che questa faccenda possa sembrare strana, soprattutto per il fatto che quando posso cerco di dare il mio piccolo contributo per delle cause che ritengo giuste, come ad esempio contro il TTIP. Solo una persona pazza o bipolare potrebbe prima schierarsi contro questo trattato e poi fare una mostra con intenti Pro Tav…e, preso atto della situazione, non lo sono assolutamente.

Cordiali saluti, Laurina Paperina


1] www.telt-sas.com/it/home-it/TELT è il Promotore Pubblico italo-francese responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della futura linea Torino-Lione.

https://www.carmillaonline.com/2016/10/22/la-nella-valle-14-critica-darte/

Là nella valle / 14: Critica d’arte

Pubblicato il · in Testi ·

di Sandro Moiso

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[Vista l’eccezionalità dei personaggi coinvolti, Carmilla è lieta di poter offrire ai propri lettori un importante scoop su ciò che è esattamente successo nei giorni precedenti l’apertura della mostra di “opere d’arte” nel tunnel geo-gnostico di Chiomonte, oltre che su come sono andate realmente le cose il giorno della sua inaugurazione. D’altra parte dopo aver ipotizzato, su queste stesse pagine, l’utilizzo dell’inutile scavo come possibile deposito di scorie e sostanze radioattive oppure come mausoleo per le salme dei principali esponenti della criminalità organizzata, mai avremmo potuto immaginare che la società patrocinante l’operazione ci offrisse una simile occasione di riflessione sull’utilità dell’opera]

C’era molta agitazione da qualche tempo nel cantiere.
I lavori erano fermi e gli operai erano stati messi in ferie.
Squadre di manutentori andavano e venivano dall’interno del tunnel e anche strani personaggi, uomini e donne, molto trendy nell’abbigliamento continuavano ad entrare ed uscire dal cantiere sbandierando sulla faccia degli agenti e degli alpini lasciapassare di vario gennere e pass giornalistici.

Come al solito, il Capo aveva convocato Di Gennaro.
“Venga, si sieda. Questa volta siamo a cavallo…”
Sorpreso dal tono mellifluo, l’agente scelto si era seduto con un po’ di esitazione.
“ Tranquillo, tranquillo Di Gennaro. Non c’è nulla di drammatico e nessun guaio in vista per lei e i suoi uomini. Piuttosto una bella notizia. Qualcosa che anche questi montanari dovranno apprezzare.”

“Dell’Alta Velocità non se ne fa più nulla?” azzardò l’agente.
“Macché, Di Gennaro…non scherziamo. Quest’opera è il futuro, è una manna, è…è…” ma non trovando altre parole aveva dovuto fare una pausa e riprendere fiato.
“Dimostreremo che è un’opera d’arte. Contemporanea. E per farlo sarà inaugurata una mostra proprio nel tunnel, anzi no, meglio, nella Galleria…come si chiamerà d’ora in poi.”

“Come al solito non comprendo…” iniziò l’agente.
“Certo, è stato tenuto tutto segreto. Nei prossimi giorni inaugureremo il tutto alla presenza di importanti personalità e con il contributo di alcuni dei più affermati critici d’arte. Giovedì, che poi sarà anche il giorno in cui il pubblico potrà visitare per un periodo le opere esposte”.
“E il nostro compito quale sarà?”
“Sorvegliare, ma con gentilezza e cortesia. Soprattutto durante l’inaugurazione. Mi raccomando Di Gennaro: cortesi, gentili, eleganti, informati.”

“Informati dei fatti?”
“Suvvia Di Gennaro, si svegli! Informati sulla storia dell’arte, dei movimenti artistici, dei legami tra arte e territorio, arte ed economia, arte e tecnologia, arte….”
L’elenco andò avanti ancora per il tempo necessario a far venire un gran mal di testa all’agente scelto che uscì dall’ufficio più confuso ed inquieto che mai.

Sarebbe toccato a lui spiegare agli uomini che nei giorni a venire avrebbero dovuto fare un corso accelerato di storia e critica d’arte, vedendosi sciorinare per almeno otto ore al giorno le lezioni tratte dalle trasmissioni televisive di quel critico d’arte dai vistosi papillon.
Quaranta ore di corso in cinque giorni. Volarono bestemmie e insulti e Di Gennaro ebbe le sue difficoltà a calmare gli animi esagitati.

“Minchia, siamo venuti qui per menare, mica per fare i damerini!” urlò il solito Larussa.
Altri cominciarono a battere i tonfa sugli scudi gridando: ”Questa è arte, mica cazzate!”
“Piantatele e ascoltate…questa è un’occasione per riciclare le nostre conoscenze e convincere la gente che il concetto di sbirro è ormai superato. Fatevene una ragione, da questa sera si comincia.”
E gli sventurati risposero: ”Vabbè…”

Cinque giorni possono essere leggeri oppure pesare come montagne.
Quelli furono per la squadra di Di Gennaro come l’Himalaya.
Per prima cosa nessuno capiva un cazzo.
Seconda cosa, per non essere sempre contrari alle forze del disordine, la erre moscia del critico e le sue elucubrazioni avrebbero fatto addormentare anche il più dopato degli atleti delle Olimpiadi o il ciclista più bombato del Tour de France o del Giro d’Italia.
E loro atleti non erano. O per lo meno non nelle specialità olimpiche riconosciute. E ciclisti neppure.

Ma venne il giorno… e che giorno.
Auto di lusso, limousine con scorta e senza scorta riempirono il sagrato…pardon lo spiazzo antistante la Galleria. Ne scesero prelati, politici, giornalisti, presidenti di società italo-francesi, amministratori (non locali), intellettuali finti, mangiapane a tradimento veri, il famoso scrittore che rubava le storie a Omero e che si lamentava del fatto che il nobel fosse stato concesso a Bob Dylan; rappresentanti delle ‘ndrine e delle coop (alcuni dei quali non ricordavano più se erano lì per rappresentare le une o le altre), veline governative e tante signore e signorine diversamente avvenenti con tacchi a spillo poco adatti al terreno del cantiere. Abiti scuri, cravatte sgargianti e cravatte nere, abiti talari e tubini neri.

Sbucarono anche i cameraman di varie emittenti televisive, quelli del catering organizzato per un primo spuntino a base di champagne e tartine prima dell’ingresso nell’artistico tunnel e, naturalmente, i due protagonisti della giornata.
I due famosi critici. Quello ex-biondo con il ciuffo e gli occhiali, un po’ più alto, e l’altro con papillon ed occhiali, pure lui.

Alla vista del secondo la truppa fu percorsa da un fremito. Avevano passato 40 ore a sorbirselo ed ora nel trovarselo davanti, in carne ed ossa, qualcuno portò la mano al tonfa, ma fu fermato dallo sguardo di Di Gennaro.
“Non fate cazzate…o vi rovino” mormorò a denti stretti.
Larussa lasciò perdere il manico del tonfa e fece finta di nulla.

Fortunatamente il primo critico arrivò circondato da un manipolo di ex-soubrettes e pornodive che servirono non poco ad attrarre lo sguardo degli agenti e a placarne l’animo.
Fu lui a precedere il corteo all’interno della Galleria, seguito da tutte le altre personalità. Ignorò praticamente, forse per miopia o forse per intrinseca insignificanza, le opere esposte nel corridoio della Galleria e si diresse a passo deciso verso quella che sembrava essere un’opera monumentale che ne ostruiva la parte finale.

Lì, circondato dalle non più giovani fans, si lanciò in un autentico volo pindarico, come sempre sospeso tra da D’Annunzio e Marinetti.
“Qui siamo di fronte alla potenza dell’arte…”
Il Capo si rivolse a Di Gennaro: “Vada e gli faccia notare che quella è la Talpa e non un’opera d’arte…” “Vado, obbedisco!”
Facendosi largo tra i presenti e i profumi da pubblicità televisiva, l’agente riuscì ad avvicinarsi al famoso critico mormorando al suo orecchio: “Non è un’opera esposta , è la Talpa…”

“Lo so, – rispose l’altro – ma non sono solito occuparmi di scarabocchi, mentre questa macchina rappresenta in pieno la mia concezione dell’arte. Arte che simbolicamente si trasforma nel monumentale fallo meccanico che penetra nelle rocce come tra le carni bianche…”
Un mormorio corse tra i presenti, il rappresentante dell’ex-diocesi di Susa, ormai aggregata a quella torinese, iniziò a dare segni di malessere e smarrimento. Mentre il resto del pubblico sembrava accondiscendere senza comprendere.

“Meglio interromperlo – disse il Capo – o qui finisce in un casino”
Prese quindi sottobraccio il secondo critico e lo portò nuovamente verso la parte adibita ad esposizione. Cercando così di smuovere i presenti e distrarli dai vaneggiamenti del primo.
“…queste rocce odorose di umori naturali, costituiscono il sogno erotico dell’artista, creatore del domani…” ma, per fortuna, ormai soltanto le sue fans stavano ad ascoltarlo, mentre tutti gli altri si erano precipitati ad ascoltare le parole del critico con il farfallino.

Ma lo sguardo di quest’ultimo era stato attratto da una scritta enorme, fatta proprio sul soffitto, a parecchi metri d’altezza.
FUCK THE POLICE! NOTAV VINCERA’!
Prima che il Capo potesse seguire lo sguardo del critico e cogliere il motivo della sua attenzione, questo aveva già iniziato a spiegare.
“Ecco la forza espressiva dell’arte di oggi. Provoca, rovescia i significati…con un formidabile détournement l’Arte prende in giro se stessa e si fa Pop-Art, si fa…”

Fu interrotto dal grido del Capo che lo accompagnava.
“Cosa cazzo è quella scritta! Non è una delle opere esposte ..Di Gennaro, brutto figlio di puttana incapace , venga subito qui!”
Ecco, il Capo era di nuovo andato fuori di testa.
Di Gennaro si fece largo a gomitate tra il pubblico ormai disorientato
“Eccomi! Comandi…”

“Cos’è-chi l’ha fatta-come c’è arrivato a quell’altezza-dov’era lei e dov’erano i suoi quattro coglioni della squadra mentre i NO TAv-Black Bloc-Terroristi valsusini facevano questo?! Come hanno potuto entrare??!!”
“Noi stavamo guardando la Tv, ci stavamo formando…”
“E gli operai non c’erano” aggiunse poi ancora, tutto di un fiato.

L’inaugurazione finì lì, al terzo chilometro del tunnel, che tale era tornato ad essere. Il pubblico, nonostante il caldo e l’umidità, iniziò a defluire velocemente.
Nella calca Larussa approfittò della confusione per far inciampare il critico farfalluto e menargli un gran colpo di tonfa sul groppone, per poi allontanarsi indisturbato e sorridente.
A parte lui, quel giorno gli unici ad essere soddisfatti furono alcuni giovani militanti NoTAV. Nascosti nel bosco vicino insieme a Peter Parker, meglio conosciuto come l’Uomo Ragno.

paperina
N.B.
Poiché siamo in tema di comics, il testo è dedicato con tutto il cuore a Paperina che ancora non sa leggere i giornali, non guarda la tv, non usa Internet e si esprime soltanto attraverso la purezza dell’arte. Complimenti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

STATUT_TELT_20160503

Messaggio-del-Movimento-No-TAV-agli-Artisti-di-Tunnel-Art-Work-9-ottobre-2016