VERO: un chilometro del tunnel costerebbe 300 milioni di € all’Italia e 60 milioni alla Francia a causa della divisione asimmetrica dei costi tra Italia e Francia

FALSO: faraoniche penali da pagare in caso di annullamento

Esposto alla Corte dei conti

Gli amici francesi di Salvini contrari alla Torino – Lione


Il 19 luglio sarà celebrato il primo anniversario della pausa francese della Torino-Lione annunciata dalla ministra Elisabeth Borne con queste lapidarie parole: “Le projet ferroviaire Lyon Turin entre en pause”.

La saggia decisione francese è stata presa lo scorso anno anche alla luce degli argomenti contro il progetto Lyon Turin espressi fin dal 1998 dalle Amministrazioni centrali francesi: Consiglio Generale dei Ponti e delle Strade, Ispezione generale del Tesoro, Direzione del Tesoro, Corte dei conti.

Una convincente sintesi degli argomenti contro il progetto e delle alternative è stata presentata da Daniel Ibanez, economista, nel corso dell’audizione alla Commissione Trasporti del Parlamento europeo sul progetto Torino-Lione del 20 giugno 2018.

Il futuro del tunnel ferroviario di 57 km sotto le Alpi è oggi nelle mani di Emmanuel Macron e in quelle del governo italiano, che ha scritto a pagina 50 del suo Contratto per il governo del cambiamento: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia.”

Ricordiamo di passaggio che François Hollande aveva correttamente definito nel 2015 la Torino-Lione: “Non un progetto ferroviario, ma un affare geopolitico tra la Francia e l’Italia”.

Per questa Grande Opera il tempo si è quindi fermato, ma non se n’è ancora accorto Mario Virano, direttore generale di TELT, società promotrice della madre di tutte le Grandi Operi Inutili e Imposte, il quale continua tranquillamente a raccontare ai media storie di cantieri che proseguono con i lavori a tutta velocità e di appalti per 5,5 miliardi di € che presto, anzi prestissimo, sarebbero affidati a società di costruzione a lui ben note. Questi suoi annunci non rispettano le disposizioni della disponibilità preliminare del finanziamento di cui all’Articolo 16 dell’Accordo del 2012 e devono essere considerati come una colpa grave che può causare una perdita di fiducia del suo operato a causa della gestione non corretta del denaro pubblico.

Ora il Governo italiano ha la possibilità di fermare definitivamente questo inutile progetto che favorisce solo gli interessi economici francesi dato che la gran parte dei costi della Torino-Lione sarà a carico dell’Italia.

Informiamo i media e l’opinione pubblica che la divisione asimmetrica dei costi del progetto tra Italia e Francia è stata decisa a Parigi il 5 maggio 2004 nel corso di un vertice tra i ministri dei trasporti italiano Pietro Lunardi e francese Gilles de Robien.

Quel giorno i due ministri hanno firmato un accordo, mai ratificato dai due Stati, il cui testo, che dovrebbe contenere il principio del maggiore pagamento italiano, non è stato mai reso pubblico in nessun modo.

Il capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi nel secondo governo Berlusconi era Ettore Incalza: è molto probabile che sia stato proprio questo abile alto funzionario dello Stato a redigere la bozza dell’iniquo accordo con l’Italia.

Questo accordo non è mai stato citato nei successivi accordi tra Italia e Francia firmati nel 2012, 2015 e 2016, un altro modo per secretarlo.

Con l’Accordo di Roma del 2012, poi ratificato, l’Italia si è quindi impegnata a pagare la stragrande maggioranza dei costi (il 57,9%) di un tunnel che si trova per 45 chilometri su 57 nel territorio francese: un chilometro del faraonico tunnel costerebbe ben 300 milioni di € per l’Italia e solo 60 milioni di € per la Francia.

Si tratta di un regalo dell’Italia alla Francia taciuto da tutti i governi italiani che si sono succeduti dal 2004 al marzo 2018.

Sembra ora che la Francia si stia incamminando verso il congelamento del progetto: in questi ultimi giorni Emmanuel Macron e Giuseppe Conte si insultano, parlano, litigano, si riconciliano, litigano ancora, ma secondo i media non hanno scambiato una parola sul futuro della Torino-Lione.

Incontri telefonici tra i ministri dei trasporti dei due Paesi Danilo Toninelli e Elisabeth Borne vengono da tempo annunciati, ma la Francia appare molto prudente e per nulla decisionista nell’attuale contingenza dei rapporti con l’Italia.

Mentre Toninelli conferma che la Torino-Lione sarà sottoposta ad un’analisi dettagliata, i partiti di opposizione – Forza Italia e Pd –  che sostengono da sempre la Torino-Lione, accusano il governo di non aver predisposto procedure trasparenti per la ridiscussione integrale del progetto prevista nel contratto di governo

Salvini, dopo le prime affermazioni a sostegno del progetto, rimane tuttavia silente. È forse cosciente del fatto che i suoi amici francesi, il Rassemblement National (ex Fronte Nazionale) di Marine Lepen e Nicolas Dupont-Aignan, leader del partito Debout La France, già candidato alle presidenziali del 2017, hanno sempre espresso la loro opposizione alla Lyon Turin?

TORINO-LIONE – ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI, MAGGIO 2018

 

 Delibera CIPE Torino-Lione: Costi aggiornati al 2017 – L’Italia pagherebbe il tunnel 286,9 milioni di Euro al km – Asimmetria dei costi tra Italia e Francia – Mappa Progetto

 

PRETENDIAMO DAI PROMOTORI DELLA TORINO-LIONE DI NON METTERE IN CIRCOLAZIONE DELLE FAKE-NEWS CIRCA I RIMBORSI PER L’ABBANDONO DEL PROGETTO FRANCO-ITALIANO

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