Tav, Conte: “Riequilibrare i costi, condiviso un metodo”. Macron: “Non ho tempo da perdere”. E poi: “Non possiamo ignorare impegni con l’Ue”

Il bilaterale a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo. Il premier: “Incontro proficuo”. E minimizza sull’attacco dell’Eliseo nella notte: “Parole dure solo per evitare pressioni dei media”. Ma al termine del summit il presidente francese torna alla carica: “Ci sono testi che legano noi e l’Unione europea”

di ALBERTO CUSTODERO

22 marzo 2019

Ridurre i costi, riequilibrarli. Per capire se si può superare il muro No-Tav innalzato dall’analisi costi benefici commissionata dal governo italiano. Con questo obiettivo Giuseppe Conte ha provato stamattina ad aprire il confronto con Emmanuel Macron in un bilaterale a Bruxelles a margine del Consiglio europeo. “Un incontro proficuo” ha detto Conte al termine del colloquio, il primo tra il premier italiano e il presidente francese dai giorni del ritiro dell’ambasciatore francese. “Sulla Tav abbiamo condiviso un metodo – continua il presidente del Consiglio -  riferiremo ai nostri rispettivi ministri competenti, Toninelli e Bourne, che avranno il compito di analizzare i risultati dell’analisi costi-benefici e su quella base aprire una discussione, una discussione aperta”.

Sulle dure frasi pronunciate nella notte da Macron in merito alla Torino-Lione (“Problema italiano, non ho tempo da perdere”, ha tagliato corto al termine di un lungo vertice a 27 su Brexit), Conte minimizza: “Il presidente francese mi ha spiegato che siccome ha visto che in Italia le forze politiche sono molto coinvolte e hanno preso posizioni diametralmente opposte, voleva evitare di lasciarsi coinvolgere in un dibattito politico interno, per evitare la pressione che gli stavate trasmettendo voi giornalisti”. Ma al termine del summit europeo, il presidente francese Macron torna alla carica: “Ho ricordato al presidente Conte che noi abbiamo prima di tutto un accordo intergovernativo, ci sono dei testi internazionali e degli impegni che legano noi e l’Ue. E dunque non possiamo non tenerne conto”.

Un altro tema affrontato con il Capo dell’Eliseo è quello dei terroristi ancora latitanti in Francia: “Abbiamo parlato anche dei latitanti che sono in Francia” e condiviso il fatto che i nostri ministri della Giustizia su questo si incontreranno. Io gli ho chiesto di superare la dottrina Mitterand. Lui ha detto che si incontreranno anche su questo i ministri e valuteranno dal punto di vista tecnico: anche su questo ha dimostrato apertura”.

Il punto: la situazione politica in Italia

L’Italia ha ancora cinque mesi e mezzo per ritirare i bandi avviati sull’opera senza pagare penali. Ma sul governo prosegue il pressing tanto dei Sì Tav quanto dei No Tav, per avere una risposta definitiva: a Roma sabato i militanti del No scenderanno in piazza con associazioni che sono contrarie anche ad altre grandi opere, mentre le imprese e i sindacati annunciano che il 6 aprile saranno in piazza a Torino con tutti coloro che sono a favore della linea ad alta velocità.

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Il sistema produttivo piemontese, che lavora a un Manifesto per lo sviluppo del territorio, invoca la realizzazione del progetto originario, inclusa la stazione di Susa. Ma della necessità di abbassare i costi si dicono convinti sia il M5S, che vuole il No, che la Lega, che preme per il Sì: da qui riparte Conte per provare ad arrivare, dopo le elezioni europee, a una decisione.

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