Messaggio di Benvenuto a Greta Thunberg
La nuova linea ferroviaria Torino-Lione è un crimine climatico
Oggi venerdì 13 dicembre 2019 Greta Thunberg ha partecipato alla 50a manifestazione del venerdì dei Fridays for Future di Torino, gli attivisti di FFF le hanno consegnato un forte messaggio di benvenuto. E’ un messaggio in sintonia con le parole di Greta che invita i giovani a lottare per conquistare il futuro e a fare pressione affinché i decisori politici agiscano contro l’emergenza climatica e non fuggano invece dalle loro responsabilità.
Benvenuta Greta, Welcome to Turin Greta, TAV is a climate crime!
Non possiamo che essere felici della tua visita nella nostra città, il tuo esempio e le tue parole ha spinto milioni di persone a scendere in piazza contro il disastro del cambiamento climatico. In tutti i continenti il messaggio ha raggiunto tante persone, in particolare tra i più giovani, spingendo a lottare per il futuro di tutti noi, per il futuro del nostro pianeta. A partire da noi stessi, dal nostro quotidiano stile di vita, ma arrivando a incalzare e accusare frontalmente i grandi responsabili mondiali delle emissioni nocive e delle devastazioni ambientali. Un piccolo gruppo di grandi multinazionali sono le responsabili di una quantità di emissioni nocive con percentuali spaventose. Come se non bastasse, la deforestazione, il dissesto idrogeologico, la trivellazione del suolo e l’inquinamento delle nostre terre e dei nostri mari vanno avanti inarrestabili per gli interessi dei grandi del pianeta.
Benvenuta a Torino, benvenuta in una terra che continua a lottare contro tutto questo! Anche qui in Italia, qui a Torino e nella sua provincia da quasi trenta anni migliaia di persone scendono in piazza contro uno degli esempi più evidenti e vergognosi di disastro ambientale: la linea ad alta velocità Torino-Lione. Per gli interessi economici di aziende e multinazionali si pretende di violare le bellissime Alpi costruendo un mostro ecologico inutile. Per fortuna più generazioni hanno aperto gli occhi e le loro coscienze si sono risvegliate per evitare che questa opera distrugga questo meraviglioso pezzo di mondo. Una opera che oltre a sventrare le montagne sarebbe – durante la sua realizzazione – responsabile di enormi quantità di missioni di anidride carbonica e sostanze nocive per la salute umana.
Greta, la tua storia ha dimostrato che l’esempio e le parole sono una arma che può cambiare le cose. In una città come Torino non si può non cogliere l’occasione per dire qualcosa che può davvero dare una mano a fermare un disastro climatico e ambientale come il TAV. Una opera già controversa, che rischia davvero di essere fermata per il bene dell’ambiente. Gli unici a esserne tristi sarebbero un piccolo gruppetto di imprenditori senza scrupoli e che odiano il nostro futuro. Questa opera può davvero essere fermata, possiamo davvero con le nostre parole e le nostre azioni dire NO a chi vuole rovinare il pianeta con una ennesima opera inutile e inquinate.
Benvenuta a Torino. Il TAV è un crimine climatico. Quindi non perdiamo una occasione di cambiare davvero le cose: Greta, non perdiamo l’occasione per dire NO al TAV.
Ecco perché la Torino-Lione è un crimine climatico
Grandi opere ed emergenza climatica
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Il caso della nuova linea ferroviaria Torino-Lione
I bilanci dell’Unione Europea e degli Stati membri continuano ad impegnare decine di miliardi di euro per investimenti in nuove infrastrutture di trasporto. La loro realizzazione comporterà nell’immediato un notevole aumento delle emissioni di gas serra, per gli enormi lavori di scavo e costruzione e per la produzione di grandi quantità di materiali (in particolare cemento e acciaio).
In molti casi si tratta di megaprogetti sovradimensionati, basati su previsioni di crescita dell’economia, dei consumi di combustibili fossili e dell’uso di risorse naturali, ovvero scenari del tutto incompatibili con le riduzioni necessarie per contrastare il riscaldamento globale. Queste opere risulteranno in larga parte inutilizzate, non producendo risultati utili in termini di riduzione delle emissioni di gas serra.
La valutazione di questi investimenti non prevede analisi rigorose di questi aspetti. Le risorse oggi impegnate per nuove infrastrutture inutili vengono sottratte alle azioni necessarie a breve termine sull’emergenza climatica.
Il caso della Torino Lione
Concepito alla fine degli anni ’80, sull’onda di teorie economiche basate sulla crescita infinita, il megaprogetto Torino – Lione è un caso emblematico. Si tratterebbe della più grande opera pubblica d’Europa, con un investimento complessivo di oltre 27 miliardi di euro per realizzare 270 km di nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Questa infrastruttura rappresenterebbe una duplicazione rispetto alle linee ferroviarie esistenti tra Italia e Francia, che già oggi consentono il transito di treni merci e passeggeri (inclusi i treni ad alta velocità).
Un progetto mai partito
L’opera principale sarebbe il Tunnel di Base, costituita da 2 gallerie lunghe 57,5 km ciascuna, per un costo di quasi 10 miliardi di euro. Dopo vent’anni di attività preliminari, con una spesa di oltre 1,5 miliardi, finora i lavori definitivi per la sua realizzazione devono ancora partire.
Eppure questo Tunnel continua ad impegnare risorse nel bilancio dell’Unione Europea che vorrebbe pagarne oltre metà del costo (più di 5 miliardi di euro); la restante quota dovrebbe essere pagata dall’Italia e dalla Francia.
Affinché il Tunnel di Base possa funzionare a pieno, Italia e Francia dovrebbero spendere altri 17 miliardi di euro per collegarlo a Lione e Torino con due ulteriori tratte ferroviarie. Ad oggi la Francia ha rinviato tale decisione a dopo il 2038; l’Italia non ha ancora definito un progetto per la realizzazione della sua parte.
Previsioni di traffico sbagliate
La nuova linea ferroviaria Torino Lione è stata pensata prevalentemente per il trasporto di merci. Per giustificare le dimensioni del megaprogetto, è stato ipotizzato un forte aumento della domanda futura di traffico merci sull’arco alpino e in particolare sui valichi di montagna tra Italia e Francia (Monte Bianco e Valle di Susa). L’andamento storico dei flussi merci ha dimostrato come questa ipotesi sia irrealistica (figura), come riconosciuto dagli stessi proponenti dell’opera. Inoltre crescite così grandi del trasporto merci in Europa sono incompatibili con l’urgenza di ridurne l’impatto sul riscaldamento globale.
Usare le infrastrutture esistenti
Il trasporto di merci via treno è certamente preferibile a quello attuato su strada mediante camion. Quando sono disponibili infrastrutture ferroviarie esistenti sottoutilizzate, è assurdo costruirne di nuove. Nel caso della Torino Lione, la ferrovia esistente ha una capacità in grado di ospitare incrementi del trasporto merci da 5 a 10 volte il traffico attuale. Sulla stessa linea transitano già i treni ad alta velocità francesi (TGV); a partire dal 2020, vi transiteranno quelli italiani (Frecciarossa) riducendo di 1 ora i tempi di viaggio da Milano a Parigi, senza necessità di lavori o costi.
L’impatto del progetto sul clima
I proponenti della nuova linea ferroviaria Torino Lione hanno calcolato che la costruzione provocherebbe (in 20 anni di cantiere) emissioni complessive per 13 milioni di tonnellate di CO2eq (circa un terzo delle emissioni annuali del Piemonte). Se la costruzione partisse oggi, queste emissioni aggiuntive si verificherebbero tra il 2020 e il 2040, ovvero proprio nello stesso periodo nel quale l’Europa dovrebbe invece azzerare le proprie emissioni per cercare di rallentare il riscaldamento globale.
Secondo i proponenti, l’esercizio dell’opera inizierebbe a generare riduzioni delle emissioni di gas serra (trasferendo merci da camion a treno) solo 24 anni dopo l’inizio della costruzione, raggiungendo risultati a regime ovvero ben oltre il 2040. Questi potenziali effetti positivi sono però largamente sovrastimati in quanto basati sulle previsioni errate della domanda di traffico e su un programma di realizzazione oggi non più valido (in particolare in Francia).
L’inquinamento dell’aria a Torino
L’inquinamento atmosferico a Torino e in Piemonte è una vera emergenza. Sulla tangenziale di Torino transitano mediamente 240.000 veicoli al giorno (di cui circa 80.000 camion), un traffico pari a 40 volte quello del traforo autostradale del Fréjus, tra Italia e Francia. Come in molte aree urbane d’Europa, gli investimenti servono sul trasporto locale e non sui megaprogetti come la Torino-Lione.
Megaprojects and Climate Emergency
The case of the new railway line Turin – Lyon
Megaprojects and the climate emergency
The budgets of the European Union and the Member States continue to commit tens of billions of euros for investment in new transport infrastructure. Their implementation will immediately lead to a significant increase in greenhouse gas emissions, due to the enormous excavation and construction work and the production of large quantities of materials (in particular cement and steel).
In many cases these are oversized megaprojects, based on forecasts of economic growth, consumption of fossil fuels and use of natural resources, or scenarios completely incompatible with the reductions needed to combat global warming. These projects will be largely unused, not producing useful results in terms of reducing greenhouse gas emissions.
The assessment of these investments does not include rigorous analyses of these aspects. The resources currently committed to unnecessary new infrastructure are being diverted from the necessary short-term actions on the climate emergency.
The case of Turin Lyon
Conceived at the end of the 80′s, on the wave of economic theories based on infinite growth, the megaproject Turin – Lyon is an emblematic case. It would be the largest public works project in Europe, with a total investment of over 27 billion euros to build 270 km of new high-speed railway line. This infrastructure would duplicate the existing railway lines between Italy and France, which already allow the transit of freight and passenger trains (including high-speed trains).
A project that never started
The main work would be the Base Tunnel, consisting of two tunnels 57.5 km long each, at a cost of almost €10 billion. After 20 years of preliminary work, with a cost of over 1.5 billion euros, the final work for its construction has yet to begin.
Yet this Tunnel continues to commit resources in the budget of the European Union that would like to pay more than half of the cost (more than 5 billion euros), the remainder should be paid by Italy and France.
In order for the Base Tunnel to be fully operational, Italy and France would have to spend an additional €17 billion to connect it to Lyon and Turin with two additional railway lines. To date, France has postponed this decision until after 2038; Italy has not yet defined a project for the implementation of its part.
Wrong traffic forecasts
The new Turin-Lyon railway line has been designed mainly for the transport of goods. To justify the size of the megaproject, a strong increase in future demand for freight traffic in the Alps and in particular on the mountain passes between Italy and France (Mont Blanc and Susa Valley) was assumed. The historical trend of freight flows has shown that this hypothesis is unrealistic (figure), as recognized by the proponents of the work. Moreover, such a large growth in freight transport in Europe is incompatible with the urgency of reducing its impact on global warming.
Using existing infrastructure
Freight transport by rail is certainly preferable to road transport by lorry. When existing railway infrastructure is underused, it is absurd to build new infrastructure. In the case of Turin- Lyon, the existing railway has a capacity that can accommodate increases in freight transport of 5 to 10 times the current traffic. French high-speed trains (TGV) already run on the same line; from 2020, Italian high-speed trains (Frecciarossa) will run on it, reducing travel times from Milan to Paris by one hour, without the need for any work or cost.
The impact of the project on the climate
The proponents of the new railway line Turin Lyon have calculated that the construction would cause (in 20 years of construction) total emissions of 13 million tons of CO2eq (about a third of the annual emissions of Piedmont). If construction started today, these additional emissions would occur between 2020 and 2040, i.e. in the same period in which Europe would instead have to zero its emissions to try to slow down global warming.
According to the proponents, the operation of the new line would begin to generate reductions in greenhouse gas emissions (transferring goods from truck to train) only 24 years after the start of construction, reaching results at full capacity, i.e. well beyond 2040. However, these potential positive effects are largely overestimated as they are based on erroneous traffic demand forecasts and an implementation programme that is no longer valid today (particularly in France).
Air pollution in Turin
Air pollution in Turin and Piedmont is a real emergency. On average 240,000 vehicles a day pass through the Turin ring road (of which about 80,000 trucks), a traffic equal to 40 times that of the Fréjus motorway tunnel, between Italy and France. As in many urban areas of Europe, investments are needed on local transport and not on megaprojects such as Turin-Lyon.
Mégaprojets et urgence climatique
Le cas de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin