Ecco alcuni “attrezzi” per IMPORRE le Grandi Opere:

-      La recente “Legge sicurezza” colpisce in particolare l’opposizione alle Opere Strategiche (Torino-Lione e Ponte  sullo stretto di Messina),

-      La Convenzione di Århus non è applicata in modo corretto, cfr. art. 6.4,

-      I costi delle Grandi Opere lievitano senza controllo,

-     Il Diritto di Accesso ai Documenti che le riguardano è interpretato in modo sempre più restrittivo vanificando il lavoro di migliaia di cittadini e associazioni, dobbiamo chiedere la riforma della legislazione nazionale (Decreto legislativo n. 97 del 2016) e UE (Regolamento (CE) n. 1049/2001,

-      La Legge Obiettivo per le Opere Strategiche (parola che richiama la guerra) che velocizza i processi autorizzativi,

-      I Commissari Straordinari che sostituiscono i poteri degli enti locali,

-      Le Procure (Torino) che si attrezzano a identificare i delitti ex ante,

-     I servizi che infiltrano agenti nelle associazioni/movimenti,

-      I ricorsi al TAR, alla Corte dei Conti e alle istanze europee analoghe costano una fortuna, occorrerebbe un patrocinio gratuito a favore delle associazioni “deboli”,

-     Gli atti di omissione legislativa, ossia la mancata volontà politica di riconoscere l’Ecocidio come quinto crimine giudicato dalla Corte Penale Internazionale, dovremmo sostenere questo obiettivo, cfr. Lo Sterminio dei Campi o dell’Ecocidio,

-      La recente Direttiva UE “Greenwashing” Directive 2024/0825 non include le infrastrutture, dovrebbe essere riformata,

-     La Commissione europea (ma anche il Parlamento) interpreta in modo “paternalistico” e antidemocratico la partecipazione dei cittadini, cfr. la Citizens’ Panel on the New EU Budget 2028-2034, dobbiamo denunciarlo,

-     Gli investimenti infrastrutturali TEN-T sono tutti dual use (civile e militare), ergo la Guerra diviene la “Grande Opera” e si devono realizzare “costi quello che costi” – whatever it takes, direbbe Draghi. E senza guardare ai tempi di realizzazione e ai danni ambientali, direbbero i più avveduti. Cfr. La nuova Commissione EU: “Con nuovi investimenti per 550 miliardi di € ci impegniamo a rendere l’Europa più veloce” anche per i trasporti militari e la Dichiarazione in 5 Punti di Ursula von der Leyen, il c.d. ReArm Europe Plan di € 800 miliardi del 4 marzo 2025.

-      I Promotori (stazioni appaltanti) delle Grandi Opere (TELT e Società Stretto di Messina) assumono oramai il ruolo di novelli feudatari e i loro grigi burocrati “obbediscono”, cfr. a questo proposito la dichiarazione del direttore generale di TELT Mario Virano nel dicembre 2016 : “da buon soldato ho obbedito agli ordini ricevuti” (https://www.lastampa.it/torino/2015/12/17/news/tav-l-antitrust-fa-cadere-virano-1.35200771/), (cfr. La banalità degli atti di alcuni servitori).

-    Circa le responsabilità della esecuzione delle Grandi Opere la sentenza del TPP del 2015 afferma che “deve essere attribuita in primo luogo ai governi italiani che si sono succeduti negli ultimi due decenni, alle autorità pubbliche responsabili della assunzione delle decisioni e delle misure che sono state sopra denunciate, ai promotori del progetto e all’impresa responsabile della sua esecuzione TELT” e “che la responsabilità di queste violazioni deve essere attribuita anche all’Unione europea”.