LETTERA APERTA al GOVERNO

Al :

  • Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
  • Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
  • Ministero dell’economia e delle finanze
  • Presidente della Camera dei deputati

La decisione di formalizzare una vera e propria richiesta di “ascolto” al Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli nasce da una necessità di verità acclarata dal tempo. La stessa che ci ha permesso di constatare che il saliscendi dei partiti storici rappresenta la conferma che gli italiani, quando sono chiamati ad esprimere il proprio consenso politico, non sono rimasti immobili nelle proprie convinzioni, dimostrando di trattare la politica e i politici come un prodotto di consumo.

Soddisfa le mie aspettative? Lo voto!

I sentimenti che hanno permesso di ottenere questo meraviglioso risultato elettorale, del movimento 5 Stelle nella nostra valle, si possono riassumere nella rabbia e frustrazione nel certificare l’inutilità del proprio voto sino ad oggi. Emozioni e progetti che hanno trovato nel M5S il contenitore politico che potesse tradurre e catalizzare in azioni di governo le lotte e le aspettative dei cittadini di tutta Italia. Un consenso ottenuto da una diffusa sfiducia ed estraneazione dei cittadini rispetto alle istituzioni e allo Stato, percepito come distaccato dal popolo, espressione ed esecutore di interessi e soggetti economici privati, e non più come ambito di interesse pubblico rappresentativo del popolo, dimostrando attraverso il voto, grande maturità e consapevolezza che le aspettative si devono tradurre in fatti.

Il bilancio delle grandi opere in Italia è assolutamente fallimentare: uno studio durato dieci anni passati a fotografare l’inutile e l’incompiuto, che è diventato un’installazione fotografica e artistica raccontata a “Manifesta 12 di Palermo” (http://m12.manifesta.org), in cui si denuncia che lo stile architettonico più importante d’Italia è “l’incompiuto”, 750 opere mai portate a termine.

Finché la questione è nel perimetro confortevole dell’arte, come in questa inchiesta, potremmo anche fare una smorfia preoccupata e girare pagina; così non è!

Una lenta catastrofe si è svolta in questi decenni sotto i nostri occhi, i pessimi governi e le amministrazioni criminose, di destra e sinistra tristemente bipartisan, del territorio passeranno, le devastazioni resteranno per sempre! Una politica responsabile di aver generato debito pubblico senza alcun beneficio per le comunità coinvolte.

Le dichiarazioni scomposte di alcuni noti esponenti politici di queste settimane, per legittimare la Torino-Lione, un’opera, dichiarata dallo stesso governo inutile: Sul Tav ci siamo sbagliati, ma si farà lo stesso.

Ecco, sta in questa dichiarazione la manifesta arroganza di una politica e di un governo che non hanno rispetto dei cittadini e del denaro pubblico.

Sul banco degli imputati ci dovrebbero essere le scelte di politica economica degli ultimi trent’anni, durante i quali si è pensato a come spendere i soldi, non perché spenderli o ancora nell’interesse di chi spenderli.

L’Ansa ha dato conto il 20 giugno 2018 dello svolgimento di una interrogazione a risposta immediata al Ministro Toninelli per conoscere la Posizione del Governo sulla realizzazione delle infrastrutture strategiche, con particolare riferimento alla TAV Torino-Lione e al Terzo valico.

Le dichiarazioni esternate, dopo la risposta del ministro, rappresentano la convulsa isteria politica finalizzata a giustificare, senza alcun fondamento, chi ha spadroneggiato nelle grandi opere (centro destra e centro sinistra): una politica di comportamenti fraudolenti finalizzata a sottrarre risorse finanziarie al Paese e al bene comune.

Alla decrescita infelice ci hanno condotto le politiche di destra e sinistra, attraverso riforme il cui mantra politico degli ultimi vent’anni è stato “meno diritti e più lavoro”.

Il risultato è stato un furto di sovranità individuale e collettiva, sociale ed economica, anche attraverso le grandi opere inutili ed incompiute.

Esempi possono essere, oltre alla Torino-Lione, la madre di tutte le Grandi Opere Inutili e Imposte:

Domo 2 (Val dOssola): lo scalo dimenticato, 500 miliardi di lire furono spesi per realizzare un terminal intermodale di 900mila mq con 38 binari. Tanti capannoni vuoti e un generale senso di degrado e abbandono. È questa l’immagine dello scalo ferroviario pensato come snodo cruciale per i collegamenti su rotaia tra l’Italia e il Nord Europa. Il leitmotiv della politica è sempre stato dichiarare un rilancio che ad oggi e da circa trenta anni non è mai arrivato.

Mose (Venezia): che dire della denuncia comparsa sull’Espresso il 5 febbraio 2017 “Mose non separa le acque”: le dighe mobili da 5,5 miliardi di euro per la difesa di Venezia somigliano sempre di più a un rottame … Le cerniere sono ad altissimo rischio di essere già inutilizzabili. Le opere incompiute rappresentano un monumento allo spreco, esempio di corruzione e malgoverno.

Matelica: un progetto in corso della società Quadrilatero: Il tracciato della Pedemontana non distruggerà solo luoghi ma anche imprese, il lavoro di vite intere tra le tante vicende colpisce quella di un piccolo imprenditore di 92 anni che ha promosso “il verdicchio di Matelica” in Italia e nel mondo. Tra qualche giorno i suoi vigneti, posti in un ambiente pedoclimatico unico, verranno distrutti costringendo l’imprenditore a licenziare gli operai e con loro, analogo destino, subiranno i lavoratori dell’intera filiera. Dopo la chiusura di 4333 piccole e medie imprese nel giro di 10 anni, lo scopo iniziale della strada finalizzata al trasporto di mezzi pesanti suona come una beffa se non andasse ad impattare sulle economie locali agricole, vitivinicole e correlate al turismo (piccole e medie imprese) che a fatica cercano di sopravvivere traendo la loro unica fonte di reddito dall’ambiente. Un dissennato sperpero di risorse finanziarie pubbliche che in questo momento storico sarebbero state certamente indispensabili se destinate alla ricostruzione delle scuole, delle attività produttive e delle abitazioni dei paesi del Cratere colpito dal terremoto del 2016. Un’opera concepita 40 anni fa, per un territorio che era nel pieno del boom economico e dello sviluppo industriale il così detto “modello marchigiano”. Oggi dopo la chiusura di quasi tutti gli stabilimenti questa strada, si rivelerà solo un doppione di quella esistente. È dovere della politica, nella persona del Ministro, intervenire.

Un sistema che si sostanzia in un insieme di rapporti tra pubblico e privato. In sintesi un capitalismo senza capitali in cui vale l’equazione che i costi sono pubblici ed i ricavi privati. Prenderne atto è doveroso.

Se davvero si vuole fare qualcosa, bisogna partire da una constatazione semplice “certificare il fallimento su come vengono scelte le grandi opere”.

C’è un’Italia che ogni anno muore travolta da fiumi e torrenti in piena, da montagne che franano, da fango e terra. Bussoleno in Valle Susa è solo l’ultima disgrazia in cui solo la sorte benevola ha evitato vittime.

Lopera infrastrutturale più urgente per salvare questo nostro meraviglioso Paese ha un nome: Interventi di riqualificazione e cura del dissesto idrogeologico. Sono le urgenze che determinano le priorità e non progetti vecchi di 30/40 anni.

Occorre fermarsi ora e aprire un tavolo tecnico, con figure di specchiata professionalità e competenza, che nei fatti rappresentano una svolta epocale nei rapporti con Governo e Ministero.

Rivendichiamo la partecipazione di un comitato di rappresentanza, formato da cittadini e tecnici scelti dalle comunità territoriali coinvolte, che non sono i Sindaci troppo spesso coinvolti nelle logiche affaristiche dei progetti, oppure proni alle scelte delle lobby dei promotori delle opere oggetto di verifica.

Franco Trivero

Alberto Perino

Emilio Scalzo

Mario Cavargna

Claudio Giorno, Commissione Tecnica Torino-Lione

Paolo Prieri

Comitato Pedemontana Matelica

Comitato Italia Nostra

Lega Ambiente Civitanova Marche

Lega Ambiente

Circolo Valle dell’Acquarello e del Nibbio

Attivisti Movimento 5 Stelle Valsusa: Ivano Martinuz, Remigio Eydallin, Gabriele Donvito, Davide Amerio, Angelo Gorrino, Fulvia Di Stefano, Chiara Benedettini, Giovanna Tortorelli, Giovanni Magliano, Luisa Fasano, Rosanna Vighetto, Giovanni Michele Galasso, Fabrizio Bertolami, Jeff Siegel, Eros Bertaglia, Samantha Aiello, Elisabeth Meneghini, Giovanna Catarinella