IL SINDACATO DELLA MAGISTRATURA FRANCESE DENUNCIA LA REPRESSIONE PERMANENTE DELLE CONTESTAZIONI.


Con un Comunicato stampa il Sindacato della Magistraura ha preso l’11 luglio scorso aperta posizione contro la repressione costante delle proteste, a Notre-Dame-des-Landes come altrove. (*)

Falciatori di piante OGM, militanti anti pubblicità, studenti anti-CPE (Contratto Primo Impiego, N.d.T.), “Contis” di ieri (operai in lotta della fabbrica Pneumatici Continental, N.d.T.), sindacalisti di Roanne, attivisti della Confederazione dei contadini in lotta contro la “Fattoria-officina delle 1.000 vacche”, contadini e attivisti della ZAD (Zona da Difendere, N.d.T.) che resistono contro la costruzione dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes: davvero una triste continuità, la repressione dei movimenti sociali !

Cosa hanno in comune questi uomini e queste donne? Sono tutti attori coinvolti, in nome dell’interesse pubblico, affinché siano create le condizioni per un dibattito pubblico, sono avanguardie nella lotta contro la distruzione dell’ambiente, la diffusione degli OGM o contro scelte politiche dettate dagli industriali alla ricerca illimitata di profitto che calpestano i diritti dei lavoratori, degli agricoltori e dei residenti.

E, soprattutto, oggi come ieri, le azioni collettive, fatte di rabbia spontanea e ispirate per qualcuno dalla situazione di disastro economico, per altri da dimostrazioni tanto pacifiche quanto simboliche, garantiscono alle cittadine e ai cittadini in lotta un trattamento penale al di fuori delle norme, sottomettendoli a richieste di salati indennizzi poi convalidate da dure condanne.

Mentre per la lotta contro la criminalità economica e finanziaria mancano i mezzi alla giustizia e alla polizia, vi è una mobilitazione poliziesca senza precedenti e, troppo spesso, un trattamento giudiziario in tempo reale: fermo di polizia, test del DNA, comparsa immediata davanti al giudice. Questa è una giustizia troppo diligente e generatrice di reclusione.

L’arsenale di sicurezza, rafforzato dal precedente Governo e tuttora in vigore due anni dopo il cambiamento, è diventato normale. La mobilitazione contro le lotte sociali è realizzata attraverso l’espansione incontrollata del test del DNA, in precedenza riservato ai crimini “sessuali”, e oggi adottato perfino per il più piccolo reato, e la cieca criminalizzazione del suo rifiuto, l’applicazione del reato di partecipazione ad una riunione collettiva armata, il ritorno – con maggiori sanzioni – della legge anti-devastatori, le procedure di emergenza disastrose per i diritti della difesa ma così efficaci per colpire in modo “esemplare”.

Altrettanti strumenti di sicurezza che dimostrano come l’attuale Governo, che ha già sepolto il progetto di legge di amnistia sociale, sia poco attivo o senza fretta di abrogarli.

Ricorrere alla criminalizzazione delle lotte spesso troppo selettiva – vuole dire rendere illegale ogni pensiero di contestazione e stigmatizzare un movimento sociale animato da sentinelle di allerta che esercitano la libertà di contestare l’ordine costituito. Questo significa rinunciare a dare una risposta politica.

Il Sindacato della Magistratura denuncia questa insistente criminalizzazione dei movimenti sociali e la “normalizzazione” dei mezzi con i quali viene applicata.

Stop à la pénalisation du mouvement social !

Communiqué de presse du Syndicat de la Magistrature publié le 11 juillet 2014, dénonçant la permanence de la répression de la contestation, à Notre Dame des Landes et ailleurs.

Faucheurs d’OGM, militants anti-pub, étudiants anti-CPE, « Contis » d’hier, syndicalistes de Roanne, militants de la confédération paysanne en lutte contre la ferme-usine des 1000 vaches, paysans et militants de la ZAD en résistance contre l’aéroport de Notre Dame des Landes d’aujourd’hui : triste continuité que celle de la répression du mouvement social !

Qu’ont en commun ces hommes et femmes ? Ce sont tous des acteurs mobilisés au nom de l’intérêt général pour créer les conditions d’un débat public, des précurseurs dans le combat contre la destruction de l’environnement, la diffusion des OGM ou contre des choix politico-industriels dictés par la recherche illimitée du profit, au mépris des droits des travailleurs, paysans et habitants.

Et surtout, aujourd’hui comme hier, leurs actions collectives, faites de colère spontanée et inspirées par la détresse pour certains, de démonstrations aussi pacifiques que symboliques pour d’autres, leur valent un traitement pénal hors norme, soumis à des objectifs chiffrés que devront valider des condamnations sévères.

Tandis que les moyens manquent à la justice et à la police pour lutter contre la délinquance économique et financière, on déroule là une mobilisation policière sans précédent et, trop souvent, un traitement judiciaire en temps réel : garde-à-vue, fichage génétique, déferrement et comparution immédiate, cette justice expéditive génératrice d’emprisonnement.

L’arsenal sécuritaire, renforcé sous le précédent gouvernement et toujours en vigueur deux ans après l’alternance, s’est banalisé. Voilà que sont mobilisés pour contrer des luttes sociales : l’extension incontrôlée du fichage génétique qui, jadis réservé aux criminels « sexuels » concerne aujourd’hui la moindre dégradation, la pénalisation aveugle du refus de prélèvement ADN, le délit de participation à un attroupement armé, cette résurgence aggravée de la loi anti-casseurs, les procédures d’urgence désastreuses pour les droits de la défense mais si efficaces pour frapper par « exemplarité », sans recul…

Autant d’outils sécuritaires que le gouvernement actuel, qui a déjà enterré le projet d’une loi d’amnistie sociale, est peu soucieux ou peu pressé d’abroger.

Recourir à la pénalisation – d’ailleurs trop souvent sélective – de ces luttes, c’est enfermer dans l’illégalité toute pensée contestataire et stigmatiser un mouvement social fait de lanceurs d’alerte, qui usent de la liberté de contester l’ordre établi. C’est renoncer à y donner une réponse politique.

Le Syndicat de la Magistrature dénonce cette permanence de la pénalisation du mouvement social et la banalisation des outils sécuritaires qui en sont le moyen.