Lunedì 21 marzo 2016, ore 11.00

Unione Culturale – Via Cesare Battisti, 4, 10123 Torino

www.unioneculturale.org/

  Torino – Lione: un destino incerto

E’ stata messa a disposizione dei media una documentazione inedita

che consente di valutare da un punto di vista molto differente

le affermazioni fatte dai Governi e dal promotore TELT

dopo il Vertice Italia – Francia di Venezia

Sono intervenuti : Francesca Frediani (Consigliera Regione Piemonte)  – Marco Scibona (Senatore) -  Marco Valli (MEP)  – Tiziana Beghin (MEP) – Eleonora EVI (MEP)

Il video della Conferenza Stampa https://youtu.be/k9Y0hswyqAs

IL DOSSIER PER I MEDIA: Torino-Lione, un destino incerto, 21.3.2016

Sintesi della Certificazione Tractebel – Tuc Rail 9.10.2015

I conflitti di interesse:

Luc Lallemand Amministratore Delegato di TUC RAIL

La collaborazione di TRACTEBEL alla Torino-Lione

http://www.tractebel-engie.com/http://www.tucrail.be/

Comunicato Stampa

http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=8519

Il video della Conferenza https://youtu.be/k9Y0hswyqAs

21 marzo 2016


IL MOVIMENTO NO TAV CHIEDE TRASPARENZA

SUI CONTI DELLA TORINO – LIONE

E intanto una linea ferroviaria analoga tra Spagna e Francia è già fallita

Torino-Lione – Tractebel Engineering e TUC Rail hanno certificano un costo incerto. Centinaia di milioni di euro sono basati su analisi provvisorie e non verificate. Svelato il contenuto del rapporto di certificazione dei costi, finora tenuto nascosto. Non c’è trasparenza sulle grandi opere, i parlamentari europei hanno approvato l’8 marzo 2016 un’azione di controllo sulle Grandi Opere Infrastrutturali a tutto campo.[1]

Il rapporto segreto – Oggi il Movimento NO TAV ha reso pubblico Sintesi della Certificazione Tractebel – Tuc Rail 9.10.2015 rapporto di certificazione dei costi della Torino Lione gelosamente custodito dai Governi italiano e francese da oltre sei mesi. 28 pagine di scarne considerazioni e mera presa d’atto di quanto dichiarato dai proponenti dell’opera. Con questa vuota formalità, Tractebel Engineering e TUC Rail “laureano” la futura voragine finanziaria da miliardi di euro. E finalmente si aprono le porte dell’indagine per conflitto di interessi su questo raggruppamento che certifica i costi della Torino-Lione per la quale ha collaborato da anni.

Il costo certificato non è certo – Gli studi futuri consentiranno di chiarire il progetto [..] e di perfezionare la stima attuale del costo e delle tempistiche di costruzione“. Questa è la stupefacente affermazione riportata da Tractebel Engineering e TUC Rail nel loro rapporto di certificazione dei costi. E’ riferita ad una questione fondamentale: l’inizio dello scavo del tunnel di base dal lato italiano, da Chiomonte anziché da Susa. Una “bazzecola” da centinaia di milioni di euro che prevede un’ennesima galleria da scavare a La Maddalena, liquidata come “soluzione alternativa da studiare in modo più approfondito”. Analogamente avviene per gli oneri della cosiddetta “messa in sicurezza” ovvero la difesa dei cantieri: anche in questo caso solo stime. Un valutazione non definitiva che introduce incertezze per quasi mezzo miliardo di euro di costi.

Cosa hanno firmato Renzi e Hollande? – Uno scivoloso terreno per Renzi e Hollande, i quali ha Venezia hanno siglato al buio un Protocollo addizionale che contiene una ripartizione già nota di costi che non sono in grado di prevedere. Una firma in forte ritardo per il cronoprogramma Torino-Lione. Per l’Europa doveva arrivare a fine 2015. Ora i Parlamenti italiano e francese si troveranno nell’incredibile situazione di dover ratificare in fretta e furia gli 8,6 miliardi di € di opera “asseverati” sull’approssimazione di stime. E la ripartizione dei costi grava principalmente sulle spalle italiane, dato che il costo di costruzione al chilometro della parte italiana (12,1 km) della linea Torino-Lione sarà di oltre cinque volte superiore a quello della parte francese (45 km).

Figueras – Perpignan è fallita – E’ interessante soffermarsi sulla fine che ha fatto la linea trasnfrontaliera TEN-T[2] tra Spagna e Francia che fa parte del Corridoio Mediterraneo, come la Torino-Lione. La società TP Ferro (consorzio Eiffage + ACS/Dragados, analogo a TELT), che l’ha costruita e gestita, ricevendo una sovvenzione del 58%, è fallita nel 2015 dopo solo sei anni di esercizio. Questo nonostante che il costo/km di costruzione della linea sia stato sei volte inferiore a quello previsto per la Torino-Lione e il traffico di merci/anno su quell’itinerario cinque volte maggiore. La Torino-Lione è avvisata, il suo destino non potrà essere diverso da questa fallimentare linea franco-spagnola.

Il Dossier con la documentazione completa è qui:  http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=8519

http://www.presidioeuropa.net/blog/

Il progetto della Torino-Lione al centro dell’attenzione alla Commissione Trasporti del Parlamento Europeo

MATTEO RENZI risponde al mail bombing  No TAV : l’impegno dei miliardi pubblici nella Torino-Lione non è nostro, ma dei Governi che ci hanno preceduto…

IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE TRASPARENZA SUI CONTI DELLA TORINO – LIONE

Un articolo da logo

Marc Fressoz 18.3.2016 – Torino Lione SNCF non e’ davvero un fan del progetto it fr

Il dossier del tunnel del Gottardo


Perché il codice antimafia non si applicherà ai lavori TAV della Torino-Lione in territorio italiano

Perché è escluso dalla Legge di ratifica (Legge 23.04.2014 n° 71 , G.U. 07.05.2014 ) dell’accordo 2012 tra Italia e Francia.

La premessa base è la legge di ratifica dell’accordo del 2012 tra Italia e Francia e non la nazionalità del promotore o delle imprese che opereranno in Val di Susa.

Già la Cassazione del 2006 (nel procedimento penale a carico di Procopio, Comastri e altri) aveva accertato che la nazionalità delle imprese non è di ostacolo all’applicazione del diritto italiano di chi opera sul territorio italiano.

Delineato così il problema, ecco l’effetto – sul territorio italiano della Valle di Susa ove opereranno le imprese per la costruzione della NLTL – creato dai seguenti articoli dell’accordo Italo-francese del 2012 - confluito nell’ordinamento italiano con la Legge di ratifica – indipendentemente dalla nazionalità estera o italiana di chi opererà in Val di Susa:

  • inapplicabilità normativa italiana (anche in tema antimafia): art. 6.5  2° paragrafo (vedi pag. da 2 a 3 link osservazioni su accordo Italia-Francia )
  • inapplicabilità normativa italiana in tema di risarcimento danni: art. 10.1 (vedi pag. da 3 a 4 link osservazioni su accordo Italia-Francia )
  • inapplicabilità normativa italiana in tema di condizioni di lavoro e di occupazione del personale: art. 10.2 (vedi pag. da 4 a 6 link osservazioni su accordo Italia-Francia)
  • inapplicabilità della normativa fiscale italiana: art. 10.3 (vedi pag. 6 link osservazioni su accordo Italia-Francia)

Pertanto, al fine di poter applicare nuovamente il codice antimafia nella porzione di territorio italiano oggetto degli appalti TAV Torino-Lione non basta un impegno generico di lotta alla criminalità organizzata che sembra essere presente nel nuovo accordo.

Non basta neppure che TELT si doti di un proprio protocollo regolamentare sull’applicazione dl codice antimafia, non avendo alcuna “competenza legislativa” ….

Necessariamente occorrerà usare lo strumento legislativo: occorrerà un nuovo Accordo tra Italia e Francia di abrogazione dei predetti articoli dell’accordo del 2012 e farlo confluire nel nostro ordinamento attraverso una nuova Legge di ratifica.

Per chiarezza: se nel nostro ordinamento è stato introdotta (con Legge di ratifica 2014 n. 71 dell’accordo 2012) una deroga all’applicazione del codice antimafia sugli appalti da eseguire in Val di Susa, occorre rimediare con identico strumento.

Lo stesso Virano ebbe a dirlo su Il Sole 24 Ore del 10.4.2014: sottoscritto dai due governi e ratificato dai due parlamenti e che dovrà recepire anche i contenuti del regolamento «e dargli valore di legge» spiega Virano.” e del 26.9.2014 http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-25/nella-sezione-transfrontaliera-tav-codice-antimafia-non-si-applica-182953.shtml?uuid=ABU2YCxB : «il problema non pare certo delegabile al CdA del futuro promotore pubblico anche perché una qualunque impresa che venisse esclusa dagli appalti a seguito dell’applicazione della normativa antimafia, oggi potrebbe fare ricorso a qualunque Tribunale francese e vedersi cancellata l’eventuale esclusione. Io per primo, anni fa, ho sollevato questo problema nell’ambito della conferenza intergovernativa»